«Gli orari del bus in provincia di Salerno, a ormai 3 anni dall’inizio della pandemia, sono rimasti quelli attuati durante la prima fase dell’emergenza Covid. Salerno è collegata malissimo con alcune realtà della provincia, Battipaglia e Mercato San Severino. Un esempio: nell’era pre-Covid la prima corsa per Battipaglia era con partenza alle 5.15 da Salerno, mentre dopo il Covid è alle 6.30. Stessa cosa per gli orari serali: per raggiungere Battipaglia o Mercato San Severino da Salerno le ultime corse si attestano sulla fascia oraria 20.15-20.45. Insomma, in provincia il trasporto pubblico su gomma si è fermato all’era Covid. Nessuno a Busitalia si è accorto che la vita è ripresa».
Orari dei bus nel salernitano, la nota del sindacato
A parlare è Gabriele Giorgianni, segretario provinciale dell’Ugl Autoferrotranvieri, è intervenuto sui disagi che studenti e lavoratori del territorio salernitano denunciano per quanto riguarda le corse di Busitalia.
«Il servizio pubblico in provincia è fermo agli orari del Covid, per non parlare delle lunghe attese che i pendolari sono costretti a subire nella fascia della pausa pranzo e, dunque, coincidente con l’uscita degli studenti dalle scuole. Non si può parlare di città europea o provincia europea se la situazione del trasporto pubblico su gomma è questa. Così si favorisce il privato e la collettività ne esce con le ossa rotte. Invitiamo i manager di Busitalia a rivedere gli orari a stretto giro, viste anche le imminenti festività ed i relativi ponti che ci porteranno rapidamente all’estate. Le percorrenze sono talmente ridotte che arrivano puntualmente in ritardo e ci sono tantissime corse soppresse». Così il sindacalista.
La situazione nel Vallo di Diano
Ma le polemiche per il trasporto pubblico non finiscono qui. Critico si mostra anche il Comitato dei Pendolari del Vallo di Diano che in una nota indirizzata anche alla Regione chiede ancora modifiche agli orari delle corse del trasporto pubblico.
In particolare nei festivi e prefestivi si registrano tagli del servizio tra il 50 e l’80%. «Nel Vallo di Diano è negato il diritto alla mobilità». Di qui l’appello a risolvere le problematiche.