Nella mattinata odierna, i Finanzieri dei Comandi Provinciali di Salerno e di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura, nei confronti di 8 soggetti, di cui 6 in carcere e 2 ai domiciliari, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed altri correlati.
Origine dell’indagine e gli eventi delittuosi di Nocera Inferiore
L’indagine trae origine dalle risultanze acquisite nell’ambito di una più ampia ed articolata attività di polizia giudiziaria, concernente alcuni eventi delittuosi avvenuti nel comune di Nocera Inferiore, con particolare riferimento all’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco contro l’abitazione del figlio di un soggetto sospettato di ricoprire un ruolo apicale nell’ambito della criminalità organizzata dell’agro-nocerino samese, all’epoca dei fatti sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Scalea, presso il complesso residenziale denominato “Parco Roma”.
Il gruppo delinquenziale e il suo capo
Le attività di indagine, svolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un gruppo delinquenziale, dedito alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, che sarebbe capeggiato da Domenico Tamarisco, alias “Nardiello”, con precedenti specifici e sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. nel comune di Scalea.
Le connessioni tra clan e traffico di droga
Secondo la prospettazione accusatoria, formulata allo stato delle indagini e condivisa dal GIP, l’indagato oplontino si sarebbe posto quale elemento di collegamento tra soggetti riferibili a clan di Torre Annunziata ed altri affiliati a cosche calabresi operanti nel reggino, con lo scopo di reperire ingenti partite di cocaina, a prezzi di “favore”, da trasferire in Campania.
Coinvolgimento dei sodali calabresi
In particolare, Tamarisco, nonostante la misura di prevenzione personale, si sarebbe servito di sodali calabresi conosciuti durante la sua permanenza a Scalea, in modo particolare di Gianluca Rovito e Pietro Santagada, per essere scortato a summit organizzati in Campania, con esponenti della criminalità dell’agro-nocerino, oplontini e partenopei, con i quali avrebbe intrattenuto illeciti affari.
La struttura del gruppo criminale
Sempre secondo l’ipotesi accusatoria, da riscontrarsi nel proseguo delle indagini e dell’eventuale giudizio, la struttura del gruppo criminale avrebbe previsto un’articolata e rigida ripartizione di compiti tra i partecipanti, tra i quali Domenico Tamarisco avrebbe ricoperto una posizione di vertice e di coordinamento dell’attività dei sodali, occupandosi dell’approvvigionamento della droga, mentre i calabresi Rovito e Santagada ed il nocerino Maiorino si sarebbero occupati del trasferimento dello stupefacente dalla Calabria al territorio campano.
Sequestro di cocaina e destinazione della droga
A riscontro degli ipotizzati illeciti trasferimenti di stupefacente, le Fiamme Gialle del Nucleo PEF di Salerno, unitamente a quelle del Nucleo PEF di Napoli, il 13 gennaio 2022, sottoponevano a controllo un’autovettura, procedendo al sequestro di sei panetti di cocaina, per un peso complessivo, al lordo del confezionamento, di oltre sette chilogrammi, abilmente occultati all’interno di vani situati nel bagagliaio e sotto il cruscotto. Lo stupefacente, dal valore di mercato di oltre 4 Milioni di euro, sarebbe stato destinato, secondo quanto ritenuto dagli inquirenti, ad esponenti della criminalità organizzata dell’area oplontina e dell’agro-nocerino.
Le accuse
Tra le contestazioni mosse a Tamarisco vi è quella relativa all’acquisto di un carico di 200 chilogrammi di cocaina provenienti dal territorio calabrese.