L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha disposto la cessazione dell’allerta sanitaria internazionale per la pandemia da coronavirus dichiarata il 30 gennaio 2020. Si conclude così quel lungo periodo di emergenza che nel salernitano era iniziato poco dopo.
Il 26 febbraio, infatti, si registrò il primo caso Covid-19 nel Cilento. La paziente uno, è stata una 26enne di Montano Antilia, ma residente a Cremona per motivi lavorativi, biologa in un ospedale lombardo. La giovane professionista fece ritorno nel centro cilentano e lì l’amara scoperta; la ragazza venne ricoverata presso l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, con sintomi fortunatamente lievi.
Primo caso covid nel Cilento: la ricostruzione
La ragazza di origine ucraina fu poi trasferita all’ ospedale “Cotugno” di Napoli.
Nell’inverno 2020 e quindi all’inizio dell’emergenza sanitaria, la situazione era del tutto nuova (l’Italia fu il primo paese europeo dove esplose l’epidemia); i tamponi venivano inviati all’ospedale Spallanzani di Roma e da lì arrivò infatti la notizia della positività.
Le accuse del presidente De Luca
Del primo caso Covid nel Cilento si interessò, naturalmente, anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; stigmatizzò il ritorno della biologa da un ospedale lombardo nel Cilento.
Dal governatore arrivò un duro richiamo alla responsabilità:
Si deve fare un appello al senso di responsabilità, eliminando viaggi nelle aree a rischio non necessari. La signora di nazionalità ucraina che è venuta in Campania, nel Cilento, partendo dall’ospedale di Cremona che ha parecchie decine di pazienti contagiati, è un tecnico di laboratorio, una persona consapevole del problema. E’ proprio necessario fare questo spostamento?
Arriva con un Frecciarossa, scende alla stazione di Salerno la sera del 25, sale su un autobus di Trenitalia, viene portata a Vallo Scalo e poi in auto a Montano Antilia, dove ha la famiglia. Quando viene fuori che è positiva, abbiamo dovuto ricostruire tutta la catena dei contatti avuti nelle ore precedenti. Per seguire questo caso ci sono volute 36 ore. Una dei familiari frequenta il Liceo di Vallo della Lucania, frequentato da 800 studenti.
Abbiamo dovuto individuare l’autista del pullman che l’ha accompagnata da Salerno a Vallo, informare Trenitalia sull’orario di provenienza del treno su cui ha viaggiato per fare eventuali controlli sui passeggeri e la disinfezione, i 5 cittadini che viaggiavano sul pullman, abbiamo dovuto chiudere la scuola prima di avere i risultati. Provate a immaginare per ogni paziente questo lavoro che è stato fatto dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL.
I miei complimenti a tutto il personale dell’ospedale di Vallo della Lucania e dell’ASL di Salerno.
Vincenzo De Luca
I timori per i rientri dal nord
All’inizio della pandemia, grande era la preoccupazione per coloro che viaggiavano da Nord a Sud, tutti erano scossi da quello che stava accadendo a Codogno, prima zona rossa, e in generale in tante città settentrionali.
Roventi polemiche furono sollevate un paio di settimane più tardi per le cosiddette “fughe” a seguito del DPCM governativo che sanciva la zona rossa nazionale, nella nostra mente saranno per sempre, indelebili, le scene delle stazioni affollate da persone che cercavano di prendere l’ultimo treno per rientrare a casa e tornare dai familiari.
La diffusione del virus
Intanto, però, il virus continuava a circolare. Una situazione di grande criticità si sviluppò nel Vallo di Diano (la zona più colpita nella prima fase con diverse vittime).
Neanche il resto del comprensorio del Cilento risultò immune e ben presto si registreranno i primi casi anche nei centri più grandi come Agropoli, con conseguenti morti.
La “paziente uno”
La ragazza di Montano Antilia, intanto, guarì dal Covid dopo un paio di settimane ; dopo aver trascorso qualche giorno da alcuni familiari a Salerno, rientrò a Cremona, nei laboratori dell’ospedale lombardo dove lavorava.
Il covid oggi
Benché lo stato di emergenza sia cessato oggi i contagi continuano comunque a circolare. Sono 364, infatti, i casi registrati in provincia nella settimana dal 28 aprile al 4 maggio, che portano la conta complessiva a quota 468mila 564 dall’inizio della pandemia, rappresentativi del 44,02 per cento della popolazione. In tutto sono poco più di 2mila i morti, di cui 600 solo nel corso del 2022.
L’ospedale di Agropoli resta un baluardo per i pazienti covid, anche se all’orizzonte si prospetta la cessazione delle attività.