L’inchiesta sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo rischia di subire un significativo rallentamento. Nella notte, la Corte di Cassazione ha accolto in parte le argomentazioni difensive presentate dai tre indagati – il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, Giuseppe Cipriano e l’ex luogotenente dei carabinieri Lazzaro Cioffi – e ha deciso di rinviare gli atti al Tribunale del Riesame di Salerno. I giudici dovranno ora effettuare una nuova valutazione complessiva degli elementi probatori raccolti durante le indagini.
Indagati restano in carcere, attesa per le decisioni del Riesame
L’accoglimento del ricorso, tuttavia, è soltanto parziale: i tre indagati rimangono attualmente in stato di detenzione. Il Riesame sarà chiamato ad analizzare attentamente le motivazioni che hanno portato la Suprema Corte ad accogliere parzialmente i ricorsi, e si potrebbe arrivare ad una revisione delle misure cautelari attualmente in vigore, se non delle accuse già formalizzate.
La decisione apre dunque nuovi scenari per l’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo.
La ricostruzione di Cioffi a Le Iene
A gettare ombre sulle accuse della Procura di Salerno ci aveva già pensato uno degli indagati, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che intervistato dalla trasmissione tv Le Iene, aveva respinto fermamente le accuse di essere coinvolto nel delitto.
Cioffi aveva messo in evidenza che gli spari di cui fu vittima il sindaco Angelo Vassallo furono ad opera di una persona che era in collera con lui: “Ad uno che sa sparare bastano soltanto due colpi e non nove sparati in quel modo”. Poi aveva ipotizzato uno scenario completamente diverso maturato da una ripicca nei confronti di Vassallo per una mancata licenza e per aver scoperto un tradimento.
A tal proposito aveva messo in dubbio le accuse di Luca Cillo, il primo a parlare con gli investigatori e a ipotizzare un coinvolgimento dei carabinieri sullo spaccio di droga. L’agente immobiliare nell’estate 2010 sarebbe stata una delle persone più vicine a Vassallo.