La Procura di Salerno ha chiuso le indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, e ha formulato pesanti accuse nei confronti del colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo e degli altri indagati. Oltre all’omicidio, l’ufficiale è accusato di aver organizzato un depistaggio per far sì che le indagini si concentrassero su una pista falsa.
Un depistaggio accuratamente pianificato
Secondo l’accusa, Cagnazzo avrebbe diffuso false informazioni sull’omicidio, indirizzando le indagini verso un presunto movente passionale legato a una relazione extraconiugale della vittima. L’obiettivo era quello di allontanare i sospetti da sé e dai suoi complici.
Un sistema corrotto
L’inchiesta ha svelato un quadro inquietante di collusioni tra forze dell’ordine, imprenditori e criminali. Oltre a Cagnazzo, sono indagate altre sette persone, tra cui un ex collaboratore di giustizia e alcuni imprenditori locali, accusati di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
Il ruolo di Cagnazzo nell’organizzazione criminale
Secondo la Procura, Cagnazzo avrebbe svolto un ruolo fondamentale nell’organizzazione criminale, garantendo protezione e favorendo gli affari illeciti dei suoi complici. In particolare, l’ufficiale sarebbe stato coinvolto nel traffico di droga e avrebbe utilizzato la sua posizione per ostacolare le indagini.
Le reazioni
«Dopo oltre quattordici anni di lotte, finalmente una verità inizia a emergere, una verità che per troppo tempo è stata nascosta e che qualcuno ha cercato di insabbiare», è il commento di Dario Vassallo, fratello del sindaco e presidente dell’omonima Fondazione.
«Mi auguro davvero che tutti e otto finiate in carcere, esattamente dove meritate di stare», le parole di Antonio, figlio di Angelo.