Dopo più di un mese dal ritrovamento del corpo di Silvia Nowak, il cadavere della 53enne tedesca lascia per sempre Castellabate e il Cilento. La Procura di Vallo della Lucania ha imposto il divieto di espatrio all’estero almeno fino alla conclusioni delle indagini preliminari. In queste ore la salma si muoverà dall’Ospedale di Agropoli per essere trasportata a Napoli, dove si attende l’arrivo della famiglia della vittima.
L’arma del delitto
Come affermato dal Procuratore f.f del Tribunale di Vallo della Lucania, Antonio Cantarella, la Nowak è stata uccisa con un oggetto contundente, della tipologia di un martello, vista la natura delle ferite riscontrate sul corpo della vittima.
Un omicidio d’impeto con la donna che ha cercato in tutti i modi di difendersi e di scappare dal suo assassino. Con ogni probabilità, poi, il Procuratore conferma l’ipotesi di un possibile spostamento del corpo avvenuto in un secondo momento: “Il trasporto del corpo, per essere occultato, sarebbe dovuto avvenire tra i boschi, perché l’altra soluzione sarebbe stata portarlo attraverso la strada principale che, sebbene poco trafficata in questo periodo, avrebbe esposto l’assassino alla possibilità di essere visto da qualcuno”, afferma Cantarella.
Il compagno
L’attenzione degli inquirenti sembra concentrarsi sempre di più sul compagno di Silvia, Kai Dausel. L’alibi del 62enne tedesco non convince gli investigatori e, al momento, è l’unico iscritto nel registro degli indagati.
Lo stesso Dausel, però, continua a dichiararsi innocente. Il tempo scorre, ma dalla Procura filtra ottimismo per la chiusura del caso. Novità importanti potrebbero esserci già nelle prossime ore.