Il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Roma ha dato esecuzione, nella mattinata, ad una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, alle quali è contestato il concorso nell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre 2010.
Ad essere interessati dal provvedimento Romolo Ridosso, Giuseppe Cipriano, Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi.
L’omicidio di Angelo Vassallo
I quattro erano già tra i nove indagati per l’omicidio, in concorso aggravato dal metodo mafioso e spaccio di droga.
All’inizio delle attività investigative, gli inquirenti ipotizzarono che su Pollica ci sarebbero stati interessi di una cosca capeggiata da Romolo Ridosso e dedita allo spaccio di droga lungo la costiera cilentana, alla quale Angelo Vassallo si sarebbe contrapposto.
Ridosso ora è ritenuto tra i responsabili dell’omicidio. Divenuto collaboratore di giustizia, proprio lui in passato aveva risposto alle domande dei magistrati fornendo ulteriori dettagli all’indagine. Giuseppe Cipriano, invece, è un imprenditore di Scafati che gestiva un cinema ad Acciaroli. Il suo nome nell’indagine è entrato tra il 2020 e il 2022, insieme a quello di Lazzaro Cioffi, carabiniere del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e già finito sotto accusa per altri reati e Fabio Cagnazzo, tenente colonnello dei Carabinieri.
Un’inchiesta delle Iene aveva portato i nomi dei quattro soggetti alla ribalta, ipotizzando tentativi di indirizzare le indagini su strade sbagliate. Inizialmente, infatti, fu accusato del delitto Bruno Humberto Damiani, già implicato in reati di spaccio, ma sempre dichiaratosi innocente. Ora a distanza di 14 anni dal delitto, arriva la svolta.
La famiglia, e in particolare il fratello di Angelo, Dario Vassallo, tramite la Fondazione che porta il nome del Sindaco Pescatore, aveva più volte sottolineato che le indagini sull’omicidio rischiavano di prendere strade sbagliate e ipotizzava il coinvolgimento anche di esponenti delle forze dell’ordine che avrebbero avviato un depistaggio fin dal momento del ritrovamento del cadavere.
La nota della Procura
«Il provvedimento cautelare è suscettivo di valutazione da parte del Tribunale per il riesame, anche all’esito degli elementi a difesa forniti, nel corso degli interrogatori di garanzia, da parte delle persone sottoposte ad indagini nei confronti delle quali va ribadita la presunzione di innocenza fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna», fa sapere la Procura.