Oggi, esattamente nove anni fa, la caduta di un masso dalla parete rocciosa del Ciclope provocò la morte di Crescenzo Della Ragione, 27enne di Mugnano di Napoli. Era la notte tra il 10 e l’11 agosto del 2015. Il giovane era dinanzi all’ingresso della discoteca, si apprestava insieme agli amici ad entrare nel locale quando fu colpito mortalmente da una grossa pietra. Una tragedia immane che colpì profondamente la comunità locale.
Il papà del ragazzo, Antonio Della Ragione, ha sempre chiesto giustizia: “Mio figlio – ha più volte ribadito – é stato ammazzato per soldi»
Le indagini
Le indagini avviate dalla Procura di Vallo si sono concluse nel 2017 con la richiesta di rinvio a giudizio per dieci persone. Nel febbraio del 2019 si è aperto il processo con unico imputato il titolare della discoteca. Per quest’ultimo arrivò nel maggio scorso la conferma della condanna.
Nell’udienza preliminare, invece, era stato condannato ad un anno e sei mesi il buttafuori di Napoli che aveva chiesto il rito abbreviato. Era accusato di favoreggiamento per aver fatto sparire il masso che travolse Crescenzo.
Non luogo a procedere per altri 8 imputati tra cui due ex sindaci, tre vigili urbani e due tecnici.
In aula sono stati sempre presenti il papà di Crescenzo, Antonio Della Ragione e la mamma Anna Simeoli, rappresentati da Domenico e Felice Lentini.
Nel luglio di tre anni fa, l’ultimo atto della vicenda, che ha messo la parola fine sulla storica discoteca Il Ciclope.
Il Consiglio di Stato dispose il ritorno al Comune della Grotta della Caprara e delle aree adiacenti.