Cilento a tavola

Vini del Cilento tra i migliori vini campani al Paestum Wine Festival

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In Occasione del Paestum Wine Festival tenutosi al Mec Hotel Paestum ho avuto l’occasione di poter degustare delle grandissime etichette di vini campani, tra le quali comparivano “la poesia enologica dei vini di Montevetrano”, “l’impero vitivinicolo dell’azienda Mastroberardino”, “l’eleganza dei vini di Marisa Cuomo”, “ i briosi vini delle cantine federiciane” e tantissime altre aziende davvero importanti. Il mio sguardo però cade sempre su quello che riguarda il Cilento e, senza togliere meriti a nessuno, mi sono dedicato maggiormente ai “banchi di vini cilentani”, dove comparivano l’azienda Vitivinicola Polito, Casa vitivinicola Cuomo “ i vini del Cavaliere”, San Salvatore 1988, e Albamarina. Personalmente ho iniziato le mie degustazioni proprio dall’azienda Vitivinicola Cuomo, saggiando e sorseggiando un magnifico moscato bianco al 100%, il NYX, spumante ottenuto con metodo Martinotti e dal titolo alcolometrico di 6.5% vol. E’ un vino che ci lascia tranquillamente spensierati, semplicemente buono, dove ogni “astrusa analisi analitica delle proprietà organolettiche” decade di fronte alla piacevolezza di questo prodotto; differentemente dai grandi moscati DOCG astigiani che sono molto abboccati e sicuramente abbinabili a prodotti di pasticceria molto “cioccolatosi”, questo è un prodotto che mitiga la dolcezza con una grande freschezza ed equilibrio, adatto soprattutto per diversi aperitivi. Successivamente sono passato davanti ad un banco dove erano esposte diverse bottiglie tutte dello stesso vino, un Fiano della società agricola Albamarina situata nei pressi di Palinuro; tutto d’un tratto sentimenti misti di gioia, stupore e rabbia mi colgono per aver tralasciato nelle mie ricerche un’altra azienda produttrice di vini del Cilento che potrà rendere omaggio alla nostra amata Terra Madre. Dietro allo stand si trovava Alfredo Galietti, un ragazzo davvero gentile che subito si presta a darmi tutte le informazioni riguardo la produzione attuale nonché le diverse prospettive e iniziative di mercato dell’azienda. Attualmente l’attività vitivinicola è concentrata su due vigneti molto caratteristici del Cilento, fiano e aglianico, ma io ho avuto solo il piacere di saggiare il Fiano in purezza dell’azienda, Valmezzana 2012 IGP con grado alcolico di ben 14% vol. La presentazione del vino, la sua etichetta, la zona di provenienza sono tutti sintomi di un buon vino, confermati poi dall’assaggio dello stesso. Il colore è decisamente vivo e cristallino, di un ottimo giallo paglierino; flemmatico nei movimenti di rotazione che impongo al bicchiere per liberare i profumi ,si possono evincere subito note intense ed eleganti che ricordano sfumature di pesche gialle e piccole nespole. La cosa meravigliosa è che presenta delle sfaccettature di erbe aromatiche magnificamente inconfondibili, paragonabili solo alle stesse che si possono percepire nelle Malvasie aromatiche. Questo aspetto non è del tutto assurdo poiché già ho avuto il piacere di trovare queste sensazioni durante diverse “escursioni enologiche di fiano”, in particolare nel Vignolella delle cantine Barone che presentava questa macchia aromatica nel bicchiere. Ritornando al nostro Valmezzana, l’esperienza del palato è davvero carica, avvolgente e calda dove la freschezza lavora incessantemente per contrastare il calore dell’alcol e la sua disidratazione; è dotato di una grande persistenza aromatica e sicuramente, nel tempo, l’azienda avrà l’occasione di lavorare anche sull’eleganza e la franchezza dei profumi e delle sensazioni che questo splendido vino potenzialmente potrà sviluppare. Non mi stancherò mai di dire che “là dove c’è nella vigna la materia prima, il frutto, l’estrazione, prima o poi le tecniche di cantina si affineranno così come un artista delle arti figurativo plastiche affina la sua mano per modellare da un blocco di marmo pregiato magnifiche e mistiche figure umane o divine”. Su questa premessa non poteva mancare l’assaggio del Corsaro Riserva 2007 di Polito, indomito aglianico del Cilento che non può essere bevuto semplicemente in un bicchiere di degustazione ISO, con 5 minuti di riflessione e qualche stuzzichino per stemperare il palato tra una degustazione e l’altra: ha bisogno di bicchieri grandi per cavalcare con i suoi “archetti” lungo la valle del vetro, tempi lunghissimi per stancarsi e nel riposo liberare le sue più belle sensazioni odorose, padroni di palato duri per poter dominare il tannino e sopportare la sua grande struttura, compagni gastronomici tali da poter trovare l’equilibrio nella convivialità.

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