Ancora polemiche a Vallo della Lucania per l'aumento delle indenittà di incarico degli amministratori. Nelle scorse settimane il Pd, attraverso un manifesto, aveva evidenziato che "Con la delibera n.49 del 08/04/2014 la giunta Aloia ha ritenuto opportuno adeguare, raddoppiare o triplicare gli emolumenti per sindaco e assessori che passano rispettivamente da € 580,00 a € 1254,99 (sindaco) da € 180,00 a € 627,00 (vice sindaco) da € 165 a € 564,00 (assessore dipendente), da € 331,20 a € 1129,50 (assessore non dipendente)".
Ad inasprire la polemica le dichiarazioni del sindaco Antonio Aloia al quotidiano "Il Mattino". Il primo cittadino aveva respinto ogni accusa senza mancare dure critiche al Partito Democratico suscitando nuovi malumori nelle opposizioni. "La delibera 49, su proposta del neo Assessore Maiese, l’ha votata la giunta Aloia al gran completo" si legge in una nota di Riccardo Ruocco, segretario del circolo cittadino del Pd. "Gran parte dei cittadini vallesi - aggiunge - ha ormai avuto modo di leggere ed esaminare, sia la scelta dell’Amministrazione Vallese di aumentare le tariffe dei parcheggi, sia l’opportunità di adeguare, in un particolare momento di crisi economica per tutti, le indennità di funzione con impegni di bilancio per quasi cinquantamila euro. Dunque, piuttosto che pensare, il Sindaco Aloia, alla felicità o infelicità futura, pensasse invece alle reali esigenze ed aspettative dei cittadini vallesi in questo momento e con una scelta di coraggio, invece di ricorrere ad incomprensibili spiegazioni o espedienti dell’ultima ora, adotti l’unico provvedimento utile del caso: la revoca della delibera 49".
Dura anche la replica al primo cittadino di Vallo della Lucania del capogruppo di minoranza Emilio Romaniello. "Quanto il Sindaco Aloia sia bravo a stravolgere la verità è, ormai, una certezza. Ma il tentativo di piegare ai suoi fini anche l'oggettività dei numeri supera ogni limite. Anche perché è unicamente attribuibile a lui l'atteggiamento velenoso di chi accusa gli altri di essere in perenne campagna elettorale, interpretando ogni critica mossa al proprio operato come una lesa maestà, che lo induce ad attribuire demeriti alle precedenti amministrazioni - di cui, tra l'altro, ha fatto parte - e non piuttosto a dar conto dei meriti (eventuali) della propria attività politico-amministrativa", scrive Romaniello. "Che con delibera n° 49 dell'8 aprile 2014 l'amministrazione Aloia abbia aumentato le indennità spettanti a sindaco, vicesindaco e assessori è un dato di fatto. La precedente determinazione delle indennità era avvenuta nell'anno 2002, ben al di sotto dei limiti consentiti, e nel 2006 aveva ulteriormente subito la decurtazione del 10% così come prevista dalla legge. Nel 2011 detti compensi sono stati decurtati del 30% per effetto della sanzione ricevuta dal Comune per lo sforamento del patto di stabilità. Pertanto non per effetto di un munifico atto di rinuncia, come Aloia vorrebbe far credere, bensì per il rispetto di un imperativo di legge. Oggi l'Amministrazione ha aumentato - e certamente non, come affermato, per obbligo di legge - tali indennità, sicuramente in modo legittimo in quanto nel rispetto dei limiti normativi, ma nondimeno con un'oggettività di fatto che non può essere negata, né attraverso l'impropria comparazione con quanto avveniva negli anni precedenti, né con il richiamo agli intenti sulla destinazione delle somme per interventi di natura sociale e di rappresentanza. Quanto alle intenzioni di destinare - in tutto o in parte - le indennità ad interventi di natura sociale o addirittura a spese di rappresentanza - aggiunge Romaniello - non si comprende perché ci sia stato bisogno di aumentare le indennità piuttosto che di impinguare gli appositi capitoli di bilancio, e distribuire le somme secondo i criteri generali del buon agire amministrativo, senza alimentare il sospetto di gestioni clientelari. Ben farebbe il primo cittadino a smetterla di tirare in ballo - costantemente ed impropriamente - quanti lo hanno preceduto. Dopo tre anni di attività amministrativa - conclude il capogruppo di minoranza - è ora di assumersi le responsabilità del proprio operato. Ove mai ve ne sia stato. E rendere conto dei risultati. Ove mai ve ne siano. Evitando di dire falsità, facilmente confutabili nei fatti".