Proseguono le indagini per la truffa sui carburanti che ha portato ieri a tre ordinanze cauterlari di cui 3 in carcere (Gabriele Garofalo, Fabio Memoli e Lepoldo Violano) e 17 ai domiciliari (Alfonso Garofalo, Alfredo Malandrino, Ferdinando Costa, Fabrizio Marchese, Giuseppe Brbato, Vincenzo Abate, Vincenzo Ferrara, Marco Raimondi, Matteo Barrella, Giuseppe Maiorino, Vincenzo Di Martino, Giovanni Gaeta, Gaetano Petruzzelli, Rosario Cataldo, Mauro D'Angiolillo, Giovanni Moscato e Pasquale Caiazza).
Coinvolti personaggi di Battipaglia, Angri, Pontecagnano, Olivetro Citra, Agropoli ed altre località salernitane ma anche avellinesi e napoletane. Tutti sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e dellUnione Europea, riciclaggio, accesso abusivo ai sistemi telematici, corruzione e falso in atto pubblico nonché di altri reati riferiti alla normativa sui finanziamenti comunitari e sulle accise in particolare connessi allillecita destinazione di carburante agevolato ad uso agricolo ed allillecito recepimento di finanziamenti comunitari destinati al sostegno del comparto agroalimentare oltre a beni sequestrati del valore di circa 5 milioni di euro.
Sono accusati di aver avuto il compito di controllare eventuali auto civetta della Guardia di Finanza attraverso i numeri di targa, consultando la banca dati delle forze di polizia. Per questo tre poliziotti, un ispettore e due ispettori capo in servizio nel commissariato di Polizia di Battipaglia (Salerno), sono finiti agli arresti domiciliari nell'operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno ed eseguita dai carabinieri del Nac del capoluogo.
Si tratta di una indagine su agevolazioni sulla tassazione dei carburanti per l'agricoltura e su illeciti finanziamenti comunitari previsti dal Programma di sviluppo rurale dell'Ue. I tre poliziotti, che devono rispondere dell'accusa di accesso abusivo a sistema telematico, avrebbero avuto il compito di segnalare i numeri di targa, mettendo in allerta il titolare di un deposito di carburanti di Battipaglia, finito ieri in carcere assieme ad un faccendiere di Pontecagnano e ad un vigile del fuoco in servizio presso il distaccamento di Lioni nell'avellinese, risultato titolare di un altro deposito di carburanti a Serino e coinvolto nell'inchiesta.
Da quanto accertato dagli inquirenti i tre poliziotti sarebbero stati "sollecitati" dal titolare del deposito di carburanti di Battipaglia, che temeva ispezioni e controlli delle fiamme gialle. Secondo quanto accertato dal Nucleo Antifrodi Carabinieri di Salerno, diretto dal capitano Vincenzo Ferrara, il danno arrecato allo Stato per sottrazione di accise, a partire dal 2009, sarebbe quantificabile in circa 5 milioni di euro.
Il gasolio o la benzina utilizzati per mezzi agricoli sono infatti soggetti ad una tassazione che consente un risparmio di oltre il 35% rispetto all'uso comune. Le indagini vennero avviate a seguito di una segnalazione della Provincia di Salerno. Successivamente gli investigatori hanno accertato che erano state costituite in maniera fittizia alcune aziende proprio per ottenere le agevolazioni.
L'inchiesta che vede indagate complessivamente 47 persone, ha riguardato l'erogazione di un finanziamento di 107mila euro nell'ambito di un programma dell'Unione Europea per lo sviluppo rurale. Tra gli indagati figurano anche due commercialisti ed un impiegato postale del Salernitano.
Le indagini proseguono su tutto il territorio e anche sulla città di Agropoli. In un'intercettazione riportata da "Il Mattino" in edicola oggi Gabriele Garofalo (proprietario di un deposito di carburante e ritenuto dagli inquirenti il promotore dell'associazione criminale) riceve la chiamata di un Carabiniere che lo avverte che un'auto civetta della finanza di Agropoli seguiva i suoi movimenti. In un'altra chiamata un amico del Garofalo, sempre secondo quanto riferito da "Il Mattino", si sarebbe offerto di chiedere aiuto ad un cugino perché "la caserma (quella della finanza di Agropoli ndr) è la sua e dice non ti preoccupare.