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Torchiara, il consigliere di minoranza Aceto attacca sulla Tari

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Torchiara. Il consigliere di minoranza Sebastiano Aceto denuncia "ritardi, confusione e mancanza di trasparenza" per quant riguarda la tassa sui rifiuti. In sede di Consiglio comunale, la minoranza ha evidenziato degli errori sulla tarrifazione 2014 della nuova tassa con una nota a firma dello stesso Aceto:«Il titolo 

è dettato dalla mia esperienza di Consigliere comunale di Torchiara, che mi ha consentito di affrontare il problema con dedicato impegno al mandato elettorale.

Non è più il tempo delle improvvisazioni, perché l’amministrazione della cosa pubblica è divenuta attività di studio, ricerca e aggiornamento delle materie nel vasto e complesso campo delle norme sempre più confuse nel mondo della Pubblica amministrazione.

In quest’anno abbiamo assistito, e ancora non è finita, ad un vero e proprio ingorgo fiscale che ha messo il cittadino in una condizione confusionale, non tanto per le leggi, quanto piuttosto per la poca attenzione posta dalle amministrazioni sugli adempimenti sempre più ricorrenti.

I comuni, nella maggior parte si sono ridotti all’ultimo giorno per approvare tariffe e il bilancio 2014, con le conseguenze sulle procedure e sulla certezza delle imposizioni.

L’esperienza del Comune di Torchiara si può tranquillamente estendere ai Comuni vicini, compreso quello di Agropoli, che fa da capofila per orientamenti politici e metodi gestionali.

Parlo della Tari (tassa rifiuti), la nuova tassa che ha preso il posto della vecchia TARES, che ha seguito la TARSU che con le altre è divenuto un rebus per il contribuente chiamato improvvisamente a pagare senza alcuna informativa chiarificatrice o trasparente. Il sistema è costringere il cittadino a recarsi al Comune e bussare alla porta di tal amministratore che lo licenzia con la solita pacca sulla spalla.

Ormai tutti sappiamo che la TARI è dovuta dai proprietari e dagli inquilini di case e di appartamenti nonché dai titolari di imprese commerciali o industriali.

La base di calcolo è la superficie, combinata con parametri specifici previsti dalla legge. Le aliquote sono di esclusiva competenza dei Consigli comunali, così come per la TARSU.

I comuni prima dell’approvazione del Bilancio sono obbligati a predisporre ed approvare il piano economico-finanziario, attraverso l’analisi dei costi e delle spese per giustificare l’applicazione del piano tariffario.

Nella maggior parte dei casi il piano economico-finanziario e tariffario è stato presentato immediatamente a ridosso del 30 settembre, in molti casi insieme all’approvazione del Bilancio, quando invece si dovrebbe avviare la discussione sul bilancio di previsione 2015.

Sono le solite note stonate di un sistema che non funziona; si approva il bilancio di previsione tre mesi prima della fine dell’esercizio, quando le Amministrazioni hanno impegnato e speso (e non si sa con quali criteri e certezza) la quasi totalità di un bilancio non ancora scritto e affidato alla memoria disponibile di responsabili di ragioneria che si prodigano ad allargare e restringere i cordoni della borsa a seconda delle necessità dell’amministratore di turno e non di un piano programmatico serio.

Un amico di grande esperienza continua a ripetermi che in tali casi, sempre per il rispetto del principio di correttezza e di buon andamento amministrativo, si dovrebbe solo fare gestione ordinaria. Quindi non si possono fare spese pazze, straordinarie e di piacere che formano poi la base dei cosiddetti debiti fuori bilancio.

Alcuni Comuni (Agropoli, Torchiara e Rutino e prossimi) hanno portato il bilancio 2014  all’approvazione del Consiglio comunale proprio il 30 settembre, impedendo di fatto qualsiasi discussione e/o modifica, perché ciò ne avrebbe compromesso il risultato e posto il Comune nella condizione di scioglimento del massimo Organo.

L’impegno amministrativo di questi Comuni è finito nella comune e diffusa prassi di copiare la relazione espositiva-propositiva politico-programmatica del Comune di Gessate (MI) che è una realtà completamente diversa dalla nostra, con l’effetto comico di riportare come proprie, iniziative sconosciute ai cittadini del territorio. Infatti in questa relazione risulta riportato il cosiddetto progetto “olio di frittura”, che è avvenuto attraverso la distribuzione di una tanichetta, per  raccogliere gli oli di risulta di cucina, da svuotare, poi, in appositi contenitori dislocati sul territorio e da destinare, infine, alla produzione di bio-carburante. Più che di progetto “olio fritto” è proprio il caso di parlare di progetto “aria fritta”.

Nel Comune di Torchiara con opportuni rimaneggiamenti, sono state cancellate le indicazioni del Comune di Gessate, mentre nel Comune di Agropoli, la fretta ha tradito il funzionario che l’ha tralasciata a bella vista.

Ancora più inquietante è poi tutta la parte che riguarda la determinazione delle tariffe per la TARI e  cioè dei soldi che i cittadini dovranno pagare. Numeri e calcoli sono risultati sbagliati, e inventati per esigenze di bilancio, mancando di riportare tutti gli elementi numerici necessari per verificarne l’esattezza.

La mancata e/o poco chiara illustrazione delle metodologie di calcolo utilizzate e, pertanto, l’aleatorietà ed inesattezza dei risultati ottenuti, produce una tariffa illegittima e facilmente contestabile dal cittadino attento, con tutte le conseguenze sulla entrata a copertura del servizio rifiuti e sullo stesso bilancio.

Nel Comune di Torchiara il giorno 30 settembre, sull’argomento Tari si è dovuto sospendere il Consiglio comunale per oltre mezz’ora per rifare i calcoli previsti e riconosciuti errati dalla stesa maggioranza e ad oggi la delibera approvata dalla maggioranza, nonostante le correzioni apportate, su eccezioni sollevate dall’opposizione resta nel dubbio della validità. E se fosse stata approvata la tariffa così come proposta , senza opposizione?

È vero che il calcolo delle tariffe TARI non è semplicissimo, ma con un poco di impegno e avendo a disposizione tutti i dati necessari non è impresa impossibile, soprattutto se l’Amministrazione espone in modo chiaro e trasparente la metodologia di calcolo usata.

Questa è desumibile dal D.P.R. n.158, del 27 aprile 1999, che per il calcolo delle tariffe istituisce il cosiddetto “metodo normalizzato” e stabilisce per legge alcuni parametri obbligatori: Ka e Kb per le utenze domestiche, Kc e Kd per le utenze non domestiche, nella loro articolazione territoriale (Nord, Centro e Sud) e nella loro articolazione numerica (Minimo e Massimo) nell’Allegato 1 del citato DPR. Da questi parametri scaturiscono quattro formule semplici.

TARIFFA FISSA UTENZE DOMESTICHE = QUF x Ka

dove  QUF = Costi fissi domestici in euro ( L’importo deve essere presente nella delibera) :

—————————————————————————————————–

Somma delle superfici domestiche adattate( superfici assolute x il corrispondente Ka)

TARIFFA VARIABILE DOMESTICA = QUV x Cu

dove QUV = Totale rifiuti domestici ( devono essere indicati nella delibera):

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Somma dei nuclei adattati ( Numero dei nuclei di ciascuna fascia x Kb)

CU= Costi variabili domestici in euro :

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Totale in Kg. Rifiuti domestici

TARIFFA FISSA UTENZE NON DOMESTICHE = QUF x Kc

dove QUF = Costi fissi non domestici ( in euro )   :

———————————————

Somma superfici non domestiche adattate ( Sup. assolute per ciascuna attività x Kc corrispondente)

TARIFFA VARIABILE UTENZE NON DOMESTICHE = Kd x Cu

dove Cu = Costi variabili utenze non domestiche (in euro) :

——————————————————–

Somma superfici non domestiche adattate (Sup. assolute per ciascuna attività x                                                                                          Kd corrispondente)

Come si può notare non era, poi, così complicato adottare una politica di trasparenza che aiutasse a comprendere le scelte fatte e desse al cittadino la certezza di pagare il giusto.

Quale certezza hanno i cittadini, in questi giorni di pagare la Tari (tassa rifiuti) secondo legge? Da ciò non deriverà, nel caso di errata applicazione, inadempienza ed omissione del dovuto, da cui poi scatteranno sanzioni e ritardi?

Le errate procedure apriranno il famoso varco degli accertamenti a carico dei cittadini ignari di quanto avvenuto e faranno leccare i baffi a qualche gatto nascosto,  pronto a ghermire la preda con i famosi e lauti incentivi sulle evasioni.

Se i controlli sono finiti nella competenza di responsabili che guadagnano soldi su queste partite quale certezza di responsabile correttezza e trasparenza ha il cittadino?».

 

La redazione è a disposizione per ogni diritto di replica

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