Doveva essere il fiore all'occhiello di questo Natale agropolese 2010 e così è stato: il concerto di Teresa De Sio ha tenuto incollati sotto il palco centinaia di persone coinvolte dai suoi ritmi, dai suoi suoni e dalle sue danze, confermando il successo che sta riscuotendo in Italia il suo "Due Sicilie Tour"Brigantessa nobile, Teresa de Sio, ha come sempre mostrato la sua naturale bravura.
Fin dall'entrata in scena della cantante tutti sono stati rapiti dalla passionalità e dai ritmi trascinanti del suo ultimo album Sacco e Fuoco, indiscusso protagonista della serata.
La cantautrice sale sul palco alle 21.40 circa e tra sonorità mediterranee e ritmi metropolitani, esegue quasi tutti i brani del suo ultimo lavoro. AméN, canzone cardine dellalbum, è tra le più apprezzate. Si tratta infatti un brano attualissimo, la descrizione di una Napoli martoriata da rifiuti e camorra, sopra la quale veglia un cielo abitato, secondo Teresa De Sio, "dalla Madonna da Munnezza, dal Pateterno do Vommero, dalla Madonna del Carmine e da quella delle Gallin"e figure a metà tra la creazione immaginaria e la tradizione religiosa radicata in quei luoghi, figure alle quali affidarsi e che, come il ritmo, diventano salvezza per lindividuo.
La musica poi, prosegue con Sacco e Fuoco e Brigate di Frontiera, due canzoni che raccontano il moderno brigantaggio degli spiriti liberi, ricordando la storia dellUnità dItalia, dellepoca garibaldina e della presa del potere da parte dei Savoia costata tanto sangue alle terre del Sud, evocate con grande semplicità dal timbro del mandolino che sposa il pizzicato del violino, e dal canto particolarissimo dello scacciapensieri. Poi è il tempo di A figlia dò 're: Io songo a figlia do rre/e nun voglio tenè padruni/e si fosse a figlia e nisciuno/me ne futtessi pure do rre (A Figlia Do rre, in Sacco e Fuoco, 2007). È questa la perfetta sintesi del concetto di brigantessa come lo intende la cantautrice: un individuo che non ha paura di pensare. A Figlia do rre, però racconta anche la donna, una creatura fragile che combatte quotidianamente per la propria libertà.
Passando per altri brani del suo repertorio poi, al grido ma guarda ancora esisto/ancora insisto/mi vesto, mi svesto/buon esito, resisto (Brigate di Frontiera in Sacco e Fuoco, 2007) la cantautrice ha cominciato a sventolare una bandiera, simbolo di pacifica rivoluzione e di libertà e il pubblico lha seguita, applaudendola e cantando con lei.
Poi un omaggio a Fabrizio De Andrè con una rivisitazione applauditissima del brano Don Raffaé. Poi Tambureddu, con la sua esplosiva miscela di dialetto siciliano, ritmi ossessivi di tarantella campana e pizzica salentina, che hanno scatenato sul palco una sorta di sfida virtuosistica fra i musicisti. Londata di travolgente empatia, accompagnata dal lancio di spighe di grano al pubblico, si è prolungata con linterpretazione del sempreverde e acclamato Aumm Aumm (dallalbum Teresa De Sio del 1983), degna conclusione di un concerto che ha infiammato i cuori e ha trasportato tutti coloro accorsi ad ascoltare la grande Teresa De Sio.