"Da parte della Famiglia Carrano: tutto questo a causa dello Stato. Grazie". Con questo messaggio i familiari di Nicola Carrano, l' operaio di 62 anni suicidatosi dopo essere stato licenziato, esrimono tramite dei manifesti affissi in paese tutta la loro rabbia perso lo Stato. A convincere i familiari che l'uomo abbia deciso di farla finita perché non sopportava più la sua condizione di senza lavoro e, ai suoi occhi, senza dignità, dopo aver guidato per anni, con orgoglio e soddisfazione, le betoniere di una ditta di calcestruzzi, è stata la lettera che Nicola Carrano ha scritto per spiegare i motivi del gesto. A trovarla gli stessi familiari, insieme al corpo senza vita. Nicola Carrano era stato licenziato dalla ditta di calcestruzzi un anno fa. La ditta era stata costretta a ridurre il personale a causa della crisi e, nonostante questo, era poi fallita. L'uomo ha cercato un nuovo lavoro come autista di betoniere, ma senza risultati. Poi ha cercato di adattarsi, ha accettato altri tipi di lavori, sempre nel settore edile, sempre nei cantieri della zona, ma sempre in maniera saltuaria. Di recente - come racconta l'Ansa - era stato sottoposto a un intervento chirurgico e si era progressivamente chiuso in se stesso. Era sposato e aveva tre figli. "E' stato un gesto disperato che ha colpito una famiglia di persone perbene e di grandi lavoratori - ha detto il vicesindaco del paese, Vito Capozzoli - Siamo sconvolti, tutto il paese è sconvolto. E' la prima volta che qua succede qualcosa del genere e pur nelle difficoltà mai nessuno era arrivato a fare un gesto così drammatico".