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Sono di Prignano C.to i migliori fichi secchi d'Italia

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Gambero Rosso premia la ditta Santomiele

«Bianco alla vista come se fosse infarinato, tutta polpa e dolcezza raffinata, con un'aromaticità vegetale e mielata fresca ed elegantissima». Sono questi gli elementi che secondo una speciale classifica del Gambero Rosso fanno dei fichi secchi della ditta Santomiele di Prignano Cilento i migliori d'Italia, in cima ad ogni classifica. Nata nel 1999 ad Ogliastro Cilento con l'obiettivo di riproporre un'attività familiare cominciata già nel '900, Santomiele è diventato oggi un vero e proprio marchio di qualità artigiana che unisce storia, tradizione e innovazione.

La produzione limitata di Santomiele è considerata un'eccellenza tutta italiana, tanto da ricevere importanti riconoscimenti in Italia ed all'estero.

Il fondatore è Antonio Longo, definito dalla rivista Gambero Rosso «l'uomo della favole», capace di trasformare «la zucca in carrozza, cinderella in principessa», dal semplice fico «una dolcezza preziosa e rara per palati gourmet, e usata da grandi chef come contrappunto goloso in un dessert o accanto a un grande formaggio».

Materia prima di queste creazioni è il fico dottato DOP, tipico del territorio cilentano, attentamente selezionato per entrare nei laboratori della Santomiele ed essere lavorato rigorosamente a mano da sapienti artigiane, per una produzione limitata che varia dagli 8 ai 9 quintali l'anno. Il fico Santomiele è l'unico della Campania ad entrare nella classifica dei fichi secchi proposta sul numero di dicembre della prestigiosa rivista culinaria, che in vista del natale ripropone i principali piatti che non devono mancare sulle tavole degli italiani in queste festività.

Nessun'altra azienda campana entra nella graduatoria: a Santomiele seguono quattro ditte della provincia di Cosenza che sono costrette ad arrendersi alla bontà dei fichi cilentani anche in un'altra speciale classifica, quella dei fichi secchi mandorlati. Anche qui la ditta di Prignano C.to conserva il primato «non tanto per l'aspetto», quanto per il sapore definito «ccellente in bocca», con una «dolcezza esuberante ma equilibrata, aromaticità fine ma prorompente e pulita in cui si sente ancora la freschezza del frutto».

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