Maxi-sequestro di beni per un valore di 190 milioni di euro alla cosca Pesce di Reggio Calabria. Confiscate 40 imprese, case, ville e terreni. Nell'operazione sono state sequestrate anche due squadre di calcio, lInterpiana di Cittanova e il Sapri, che militano nello stesso campionato professionistico, attraverso le quali il clan contava di aumentare il proprio consenso sul territorio. Il sequestro, che secondo gli investigatori ha completamente annientato la potenza economica della cosca Pesce, è stato disposto dal Tribunale di Reggio, sulla base di una richiesta formulata dal procuratore Pignatone e dal sostituto Cerreti. Durante l'operazione sono state controllate diverse persone presunte affiliate alla cosca. Nei mesi scorsi subito dopo il suo arresto, la figlia del boss Salvatore Pesce, Giuseppina, si era pentita iniziando a collaborare con gli inquirenti. Le sue dichiarazioni avevano portato in carcere la madre e la sorella, considerate elementi di spicco all'interno del clan. Sono due le squadre di calcio sequestrate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ed eseguite questa mattina dai carabinieri del comando provinciale e dalla Guardia di Finanza della città dello stretto. Le due squadre interessate al provvedimento sono "L'Interpiana" società che la scorsa estate è nata dalle fusione della Rosarnese e del Cittanova ed il Sapri calcio. Entrambi le formazioni militano nel campionato nazionale dilettanti, la serie D, ed occupano una posizione di centroclassifica con il Sapri a punti 44 e l'Interpiana a 43. Non è la prima volta che la cosca Pesce si interessa al calcio, anche negli anni passati la consorteria criminale seguiva da vicino il calcio. "Siamo completamente estranei ad un coinvolgimento nei fatti contestati dalle Fiamme Gialle e prendiamo le distanze dai personaggi coinvolti nell'operazione" questo il fermo commento dell'attuale dirigenza del Sapri.