Il prossimo 21 gennaio il gup deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio depositata dal pm del Tribunale di Lagonegro, Michele Sessa, nei confronti di Tania Polito Panzanella, accusata di sottrazione di minore con l'aggravante di aver commesso il reato con l'abuso della qualità di genitore. La donna ha fatto perdere ogni sua traccia dal 2 agosto dell'anno scorso. Una battaglia che vede impegnato in prima linea Sergio Solimo, padre del piccolo Francesco che, nonostante i tanti appelli rivolti alle massime autorità politiche, civili, religiose e militari, non riesce ad ottenere giustizia ed a riportare suo figlio in patria. Secondo gli avvocati difensori di Solimo, infatti, il piccolo si troverebbe in Venezuela dove è stato portato dalla madre italo venezuelana nonostante ci sia un provvedimento del presidente del tribunale di Sala Consilina emesso a luglio di quest’anno che ha affidato il bambino in via definitiva al padre nell'ambito della causa di separazione in corso tra i due coniugi. Ieri sera Sergio Solimo, padre del piccolo Francesco ha rivolto un appello alla autorità italiane e venezuelane e a sua moglie affinchè suo figlio possa tornare in Italia. Il caso scoppiò tre anni fa, quandoladonnadecise di fare ritorno a Caracas, portando con se il bambino. La donna partì nell’ottobre del 2010. Il padre quando si rese conto che sua moglie non aveva più intenzione di tornare con il bambinosporse unadenuncia - gennaio del 2011 - presso l’Autorità Centrale ossia l’organo che si occupa del rimpatrio di bambini di nazionalità italiana portati all’estero. A giugno del 2012 la sentenza di primogrado della corte Venezuealana che ordinò il rimpatrio in Italia del piccolo. Sentenza confermata in appello sempre in Venezuela nel mese di settembre del 2012 ed anche in via definitiva dall’Alta Corte Venezuelana nel mese di dicembredello stesso anno. Del rientro del bambino però nessuna traccia: il padre attraverso il suo avvocato Enrico D’Amato si attivò per ottenere l’esecuzione delle sentenza dell’autorità venezuelana. A sostegno del genitore si formò un gruppo di persone con una pagina Facebook dal titolo "Vogliamo il piccolo Francesco in Italia aiutateci a cercarlo" dove in primo piano c’è la foto del bambino e l'appello a chiunque possa fornire informazioni utili per poter far si che Francesco possa tornare in Italia. La pagina è diventata anche terreno di scontro tra i familiari dei due coniugi.