L'Archivio segreto ci regala un'altra perla da incastonare nella millenaria storia agropolese, il giornale popolare indipendente "L'Aurora".
Fino ad oggi, era del tutto sconosciuta la sua esistenza e l'aver ritrovato una copia datata 1 Maggio 1913 è stata per me una vera sorpresa. Questa copia ci dice che: il redattore capo era il dott. Gaetano Pavone; il direttore responsabile Carmine Rossi; si pubblicava ogni quindici giorni; costava cinque centesimi; veniva stampato ad Agropoli presso la Tipografia Benincasa sita in C.so Garibaldi, n° 29; la copia del 1 Maggio 1913 è la n° 4 del secondo anno di pubblicazione. Gli argomenti trattati sono di interesse nazionale e locale.
Svariano dai temi politici a quelli di denuncia sociale. Si parla di libertà di voto e di incitamento ai giovani nell'essere protagonisti del proprio futuro; di elezioni nazionali con i candidati del collegio di Capaccio; della figura storica di Emmanuele Galano, torchiarese, reduce della campagna napoleonica di Russia del 1812; della scandalosa situazione igienico-sanitaria in cui versa il cimitero di Agropoli; dell'arrivo del sessantaquattresimo reggimento fanteria in Agropoli. Certo un solo numero non basta per comprendere la linea politica del giornale, ma l'averlo ritrovato ci fa capire come gli agropolesi, sin dall'inizio del ventesimo secolo, avessero una solida base culturale, sociale, politica ed economica. Di seguito pubblicheremo il saluto fatto dalla redazione de "l'Aurora" ai soldati del 64° reggimento fanteria ed alcune foto di Agropoli in quel periodo.
Ai tiri collettivi - da "l'Aurora" del 1 Maggio 1913
Preceduti dal distinto ufficiale Col. Cav. Cangedda, alle ore 5.00 p.m. di ieri, ritornò fra noi il valoroso reggimento della 64 fanteria per i tiri collettivi in questa contrada. Dai balconi imbandierati il fior fiore della gioventù agropolese accoglieva festosamente i giovani soldati, che procedevano in ordine, sorridenti, evidentemente soddisfatti dell'affettuosa dimostrazione. Tutto un paese si riversò al piano per salutarli, per dar loro il benvenuto, per accoglierli con quella innata ed affettuosa benevolenza, che nel nostro Cilento è ormai una tradizione. All'egregio Col. Cangedda, ai bravi ufficiali, ai soldati tutti del 64°, il nostro saluto deferente ed affettuoso.
Ernesto Apicella

Accampamento militare - Archivio storico Ernesto Apicella


Una veduta di via Piave - Archivio storico Ernesto Apicella

