Già da tempo ormai, tramite le pagine di questo portale, abbiamo evidenziato che il tasso di sicurezza ad Agropoli stava pericolosamente calando. Qualcuno, con sufficienza, ci ha risposto che esistono luoghi in Italia dove realmente c'è poca sicurezza e che in confronto la nostra città è un'isola felice. Ma perché, ci chiediamo, dobbiamo confrontarci con realtà ad alto tasso delinquenziale per ritenerci una città sicura? Perché non prendiamo invece come parametro di riferimento l'Agropoli di qualche anno fa? Negli ultimi tempi ci siamo trovati a fare i conti con atti vandalici, fenomeni di bullismo, rapine a mano armata e addirittura omicidi. Eventi delittuosi che in passato erano straordinari mentre oggi, al contrario, diventano sempre più frequenti. L'ultimo episodio è accaduto sabato 23 febbraio quando dei giovani universitari sono stati aggrediti in pieno centro e mandati all'ospedale. Tutto ciò ha indignato la cittadinanza che ora chiede controlli e punta il dito contro amministrazione comunale e forze dell'ordine ed è pronta addirittura a costituirsi in comitato. Ma c'era veramente bisogno che si arrivasse ad un atto del genere per rendersi conto che ad Agropoli si vive una situazione di disagio? Lo specchio di questa situazione è ciò che è diventato il centro cittadino ormai terra di nessuno. I giovani non frequentano più questa zona come prima quando il corso e la piazza erano il riferimento della movida agropolese. Ciò ha permesso che i soliti noti prendessero possesso di quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello della città. Le avvisaglie ci sono da giorni, settimane, mesi, probabilmente da anni, da quando certi personaggi hanno mostrato di non aver alcun rispetto neanche per le divise. Troppe volte il problema è stato sottovalutato. Sia chiaro: per fortuna non parliamo di macrocriminalità che infesta il paese, ma di pochi personaggi che creano scompiglio, che non riescono o non vogliono integrarsi, che unendosi in branco si danno forza e fanno incredibilmente calare il tasso di sicurezza Ecco perché a gran voce dobbiamo chiedere che le istituzioni mostrino interesse per questo problema e che tutti, secondo le loro competenze, prestino maggiore attenzione. Al contempo, però, anche la mentalità di noi cittadini deve cambiare: basta accettare tutto passivamente, bisogna alzare i toni e far capire che Agropoli è nostra e, come ha detto qualcuno, dobbiamo riappropriarcene.