Il Club ELEA per l'UNESCO scende in campo a difesa del "Giglio di Mare" sulle coste del Cilento, e in generale della vegetazione dunale, riconosciuta d’importanza comunitaria. Attraverso una nota l'associazione ha chiesto alle autorità preposte di prendere, in vista dell'estate, una serie di iniziative atte a preservare il giglio, simbolo del Parco.
"Negli anni passati - denunciano il Club Enea per l'Unesco - si sono verificati lungo la fascia dunale delle saline in località Palinuro (e precisamente al km.5 della statale 447) gravi compromissioni nella zona protetta del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano, a causa di lavori di sbancamento con mezzi meccanica che hanno danneggiato in modo grave la biodiversità presente nell’area, in modo particolare creando problemi alla sopravvivenza del giglio di mare (pancratium maritimum) per dar luogo all’insediamento di alcuni stabilimenti balneari e parcheggi auto di pertinenza".
"E’ noto - aggiungono - che la duna protegge dall’erosione marina, che si sta purtroppo verificando in varie zone della costa cilentana, e nella spiaggia da due anni nidifica la Caretta-caretta".
Di qui la richiesta alle autorità preposte di "attuare provvedimenti perché gli stabilimenti balneari non siano più dislocati sulla fascia dunale, nemmeno su palafitte (dal momento che il giglio fiorisce e si riproduce nei mesi estivi e ha bisogno di sole e di luce) per dar modo alla duna stessa di riformarsi". Questi, invece, "dovranno essere spostati al di fuori della duna, come avviene attualmente alla Cala del Cefalo di Marina di Camerota. La spiaggia potrà essere raggiunta con stretti sentieri compatibili, in modo da consentire alla stessa spiaggia di conservare l’ambito riconoscimento di bandiera blu, che viene attribuito a quelle spiagge che rispettano l’ambiente e la natura”.