In pochi attimi ad Agropoli si è passati dalla gioia alla delusione. Intorno alle 14 i primi commenti entusiasti dei politici che festeggiavano il salvataggio dell'ospedale agropolese o per lo meno il rinvio della chiusura fino al prossimo 15 settembre, forse a causa di un errore di comunicazione con l'entourage di Caldoro. Un paio d'ore dopo, infatti, è arrivata la doccia fredda con le dichiarazioni del manager dell'Asl Salerno Squillante che, al contrario, confermava la chiusura del pronto soccorso a partire dal 20 giugno e la trasformazione del presidio in Psaut, seppur potenziato. Delusione è stata espressa da tutti i politici cittadini. Eccezion fatta per Mario Capo, esponente di Fratelli d'Italia, tutti gli altri hanno evidenziato che il vertice di Napoli tra Squillante e Morlacco ha rappresentato una sconfitta per la città che chiedeva di tenere attivo il pronto soccorso.
Rabbia è stata espressa dal sindaco Alfieri che pensava di aver ottenuto dall'incontro di sabato a Policastro con il Governatore Caldoro ben altre promesse. Così, almeno per il momento, non è stato. Il pronto soccorso chiude tra due giorni. Verrà sostituito da un Psaut con tre ambulanze e in più, rispetto all'iniziale programmazione dell'Asl Salerno, il servizio radiologia, il laboratorio di analisi ed un servizio cardiologico. Stop all'attività di tutti gli altri reparti e dei ricoveri (saranno possibili solo quelli giornalieri della durata di 24 ore). L'unico passo avanti che sembra esser stato fatto è la disponibilità mostrata dal manager dell'azienda unica salernita a dialogare con i primi cittadini per stabilire cosa fare in futuro della struttura.
Una magara consolozione per una città che ora si prepara ad una nuova grande protesta. Il comitato civico ha mantenuto l'occupazione della direzione sanitaria del nosocomio ed anche il sindaco Alfieri è pronto a nuove eclatanti forme di protesta.