I sindacati Cgil, Uil, Usb, Flp, Ugl, Fsi e Nursind hanno indetto lo stato di agitazione di tutto il personale dell'Asl Salerno a seguito della possibile dismissione dell'ospedale civile di Agropoli. "Caldoro e la dirigenza dell'Asl - si legge in una nota - hanno deciso la chiusura dell'ospedale di Agropoli procurando la perdita di 80 posti di lavoro, un allarme sociale e sicure defezioni turistiche. Gli altri ospedali del Cilento vivono nel contempo situazioni drammatiche, non in grado di rispondere in maniera efficiente alle richieste di salute e di assistenza di una poipolazione che nel periodo estivo raggiunge punte di 700mila abitanti a fronte di 250mila stanziali ed a fronte della difficile situazione oro geografica e delle continue frane sulle principali vie di accesso al territorio cilentano.
A Vallo - prosegue la nota - mancano medici e infermieri, a Sapri non si riescono a garantire i turni per la mancanza di anestesisti e per la carenza di ostetriche non si riusciranno a garantire nemmeno i parti, a Polla si soffre per la carenza di fondi e personale. A Napoli - denunciano i sindacati - non hanno chiuso nessun presidio ospedaliero. Nella provincia di Salerno il numero di posti letto assegnati rispetto al numero di residenti è in rapporto di 2.5, nella provincia di Napoli rimane intorno a 4. E' stato compiuto un ulteriore attacco al popolo cilentano e all'economia del territorio".
Di qui la decisione della Rsu Asl Salerno di indire lo stato di agitazione di tutto il personale.