Desidero esprimere piena e convinta solidarietà a Franco Alfieri, Sindaco di Agropoli, per la chiusura dell'Ospedale Civile della sua città. Devo essere sincero: ho sempre pensato che la vocazione dell'Ospedale di Agropoli, il suo destino migliore fosse quello di diventare un centro di riferimento oncologico, come era nelle previsioni iniziali, e non un "doppione", più piccolo, dell'Ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Ho sempre pensato che la chirurgia generale ed ortopedica di elezione non dovessero farsi ad Agropoli che doveva assicurare invece l'emergenza.
Ho sempre pensato e creduto che questo Ospedale potesse essere e diventare una realtà sanitaria di eccellenza per i pazienti oncologici come esiste a Rionero in Vulture in provincia di Potenza e diventare un punto di riferimento regionale e, perché no, dell'intero Mezzogiorno. I presupposti c'erano tutti. Dio solo sa che bisogno abbiamo, dalle nostre parti, di realtà di questo tipo, strutture cioè che consentono ai pazienti operati di tumore di completare e integrare, il più rapidamente possibile, soprattutto dopo la terapia riduttiva chirurgica, l'iter terapeutico con la radioterapia e la chemioterapia. Fatta questa premessa, è sacrosanto dire che decretare la chiusura dell'Ospedale di Agropoli, facendolo diventare un Psaut, cioè "un punto di primo soccorso con tre ambulanze che avranno il compito di stabilizzare il paziente e trasferirlo nel più vicino Ospedale" è un colpo mortale al territorio. Come si può pensare di stabilizzare un paziente in una struttura dove mancheranno, perché saranno soppressi, il servizio di Radiologia, con annessa TAC, e il servizio di Laboratorio analisi? Lasciare un territorio
Il sindaco di Castelnuovo Eros Lamaida