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Ospedale di Agropoli, Pesca invita ad essere tutti uniti

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"E’ assurdo che, dopo il provvedimento di sospensiva da parte del Consiglio di Stato, sulla chiusura dell’ Ospedale di Agropoli, almeno fino al 26.09.2013, invece di preparasi ed unirsi nella lotta comune per scongiurare la chiusura dell’ospedale, ci si continua a dividere e ad accusarsi a vicenda. Siamo tutti bravi a puntare il dito contro l’ avversario politico di turno e colpevolizzare gli altri, ma la verità “vera”, sull’ ospedale di Agropoli, è una sola, chiara e pacifica, nessuna forza politica esterna ad Agropoli si è schierata apertamente a favore della salvaguardia del Nostro Ospedale". A dirlo è l'avvocato Mario Pesca, coordinatore del Pdl che aggiunge: "La testimonianza più evidente è data dalla circostanza che, nonostante le numerose richieste da parte di tutte forze politiche locali, nessun consigliere regionale ha chiesto di convocare il Consiglio Regionale e portare all’ ordine del giorno la modifica del decreto 49/2010 con conseguente annullamento e cancellazione dello stesso nella parte in cui prevede la dismissione dell’ Ospedale di Agropoli. Così come non ha sortito alcun effetto l’ incontro tenutosi con il presidente On.le Caldoro alla presenza dei sindaci del comprensorio e di vari rappresenti politi locali Dobbiamo, quindi, guardare in faccia alla realtà e prendere consapevolezza che, in questa battaglia per impedire la chiusura del nostro ospedale, Agropoli è “sola contro tutti”. Per cui, personalmente e come dirigente del P.D.L. chiedo a tutti, dalle Istituzioni ai partiti politici, dai comitati alle associazioni e ad ogni singolo cittadino, ognuno con le proprie competenze e le sue forze, di essere uniti nella battaglia comune di salvaguardia dell’ Ospedale di Agropoli, unica possibilità di ottenere un risultato positivo. Per cui esprimo soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato che, con decreto cautelare, ha accolto il ricorso del Comune di Agropoli impedendone la dismissione, già era in atto, dell’ ospedale almeno fino al giorno 26 settembre 2013. Pertanto, anche grazie a tale provvedimento, l’ Ospedale seppure in “coma” – come qualcuno dice - , sicuramente non è morto e fin quando è in vita abbiamo tutti il dovere di tentare fino all’ ultimo istante di salvarlo. In ultima analisi voglio solo ricordare, a me stesso e a tutti noi, che la “malattia” non ha uno schieramento e un colore politico e che i cittadini vogliono solo che sia preservato il loro sacrosanto diritto alla salute".

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