Cronaca

Ospedale di Agropoli, Basile: ecco i dati reali

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«Le motivazioni fornite da Squillante per giustificare la chiusura dell'ospedale civile di Agropoli non ci soddisfano». Esordisce così Giovanni Basile, a capo del comitato civico a difesa del nosocomio cilentano, a margine della conferenza stampa indetta dai vertici dell'azienda sanitaria salernitana. «Sono state disattese tutte le nostre richieste - denuncia l'avvocato agropolese - questo incontro non aggiunge nulla al ragionamento già fatto nei giorni scorsi e conferma che la chiusura dell'ospedale è dovuta principalmente ad una scelta politica». Secondo il comitato cittadino, infatti, i dati illustrati dal direttore generale Squillante e dal direttore sanitario Pagano, non possono rappresentare una valida giustificazione alla chiusura di una struttura che sul territorio, secondo i numeri in loro possesso, è al primo posto per numero di accessi in codice rosso al pronto soccorso. «I vertici dell'Asl Salerno - spiega Basile - hanno elencato esclusivamente i dati relativi al 2011, senza una comparazione con altre strutture. Esaminati in questo modo i numeri possono sembrare pochi per il nostro ospedale ma se raffrontati con quelli di altri presidi diventano significati». Stando ai dati raccolti dal comitato civico, infatti, il nosocomio agropolese nel 2012 ha avuto ben 148 accessi in codice rosso al pronto soccorso, un numero superiore rispetto ai 121 del «San Luca» di Vallo della Lucania, agli 86 del «Luigi Curto» di Polla e ai 43 dell'«Immacolata» di Sapri. «Alla luce di queste informazioni è legittimo chiedersi perché chiudere soltanto Agropoli - afferma Basile - il nostro è l'unico ospedale che raggiunge l'1% di codici rossi rispetto agli accessi, altre strutture del Cilento sono addirittura al di sotto della media dello 0,5%. Questo ci fa capire che la scelta di riconversione dell'ospedale agropolese non è scandita dai numeri ma alle spalle c'è un gioco politico. Lo dimostra il fatto che Squillante abbia ammesso che anche nel caso in cui fosse confermata la sospensiva del Tar, l'azienda si troverebbe senza fondi per rinnovare alcuni contratti dei dipendenti, cosa che metterebbe ancora a rischio il funzionamento dell'ospedale». Quanto al futuro del nosocomio, prospettato dal manager dell'Asl Salerno, Basile è chiaro: «il Psaut rappresenta soltanto una soluzione precaria che non sarebbe in grado di rispondere alle reali esigenze del territorio. Per questo - conclude - è necessario che i vertici dell'Asl Salerno si facciano portavoce presso il commissario per la sanità affinché venga aperta una trattativa per ridisegnare la rete dell'emergenza. In caso contrario saremo pronti a farci sentire». Già domani un gruppo di cittadini si radunerà per attendere la sentenza del Tar: «saremo pronti a gesti eclatanti qualora il risultato fosse sfavorevole», ammette Basile.

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