Il comune di Scalea “azzerato”, con il sindaco, quattro assessori, dirigenti e impiegati comunali e il comandante della polizia municipale arrestati. È il risultato dell’inchiesta “Plinius”, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli e dal pm Vincenzo Luberto e condotta dai carabinieri di Cosenza, che venerdì ha portato all’arresto di 38 persone tra le province di Cosenza, Bari, Matera, Terni e Salerno. Nel Vallo di Diano, a Sant’Arsenio, è stato raggiunto dai carabinieri uno dei personaggi chiave dell’inchiesta della procura antimafia, il 45enne Pietro Valente, che da qualche mese si era trasferito nel piccolo centro del Parco. L’accusa per tutte le persone raggiunre dai provvedimenti restrittivi è di essere legate alla cosca Valente-Stummo. Nel corso dell’operazione c’è stato anche il sequestro di beni per 60 milioni di euro. Le cosche, secondo l’accusa, gestivano gli appalti milionari del Comune grazie al sindaco Pasquale Basile che, scrive il gip nell’ordinanza, «gestisce gli appalti secondo le indicazioni di Valente e Stummo», «è costantemente impegnato a cercare un punto di mediazione fra le due fazioni» ed «esercita il suo mandato, in quella che è possibile definire una sede ignota ai più: lo studio Nocito, nel quale non esita a sedere allo stesso tavolo con Pietro Valente», indicato come uno dei boss. E al tavolo dello studio dell’avvocato Mario Nocito, che per l’accusa rivestiva un ruolo centrale, il sindaco, espressione di una lista civica, non era solo. Insieme a lui, infatti, sono stati arrestati gli assessori Maurizio Ciancio, Raffaele De Rosa, Francesco Galiano e Antonio Stummo. Per il vice sindaco Giuseppe Forastieri è stato disposto l’obbligo di presentazione alla pg. Solo uno dei componenti della giunta è risultato estraneo. Oltre ai politici sono stati raggiunti dai provvedimenti il responsabile dell’ufficio tecnico, tre dipendenti dello stesso ufficio e il comandante dei vigili Giovanni Oliva. Niente, secondo l’accusa, sfuggiva agli appetiti dei Valente-Stummo, dai rifiuti alla concessione di terreni demaniali, dai parcheggi al pagamento alla pubblicità nelle aree demaniali.