Attualita'

Omicidio Vassallo, su raitre in onda la Bella Politica del sindaco di Pollica


Nel programma di Iacona anche Agropoli e il sindaco Alfieri<br />

La trasmissione 'Presa Diretta' di Riccardo Iacona, andata in onda ieri sera su Raitre col titolo "La Bella Politica", ha delineato con secchezza e sintesi le storie d'attualità dei paesi che circondavano Angelo Vassallo, raccontando con emotivo trasporto le difficili battaglie di una vita e la terra e il mare che hanno innalzato, tradito e poi sepolto il Sindaco pescatore.


Partendo dalle immagini felici delle partecipazioni televisive di Vassalo, dalle tavolate di Luca Sardella alle barche dei programmi itineranti di Raiuno, il racconto di Iacona scorre accompagnato dalle voci di parenti, amministratori, protagonisti. Il fratello medico ne ricorda l'umiltà e l'onesto disinteresse verso i fini materiali dell'impegno civile. Così come i colleghi amministratori, i militanti, i cittadini. Le grandi battaglie ambientaliste, la passione sociale, la forza di non piegarsi mai a nessuna pressione e a nessuna sporcizia, sono scritte nella carta d'identità del Sindaco, e vengono narrati in paralello con le storture di una regione e con le sue ineguagliate bellezze.
Ma dietro l'elogio dell'uomo la storia da raccontare ha i volti ancora ignoti degli esecutori finali, ha i vestiti macchiati dal fango e dalla melma, dai diversi colori del cemento. E ha anche l'immagine sbiadita delle bandiere di partito, troppo sordamente lontane dai sussulti locali. Gli amici del sindaco raccontano di una lettera inviata nel 2008 alla segreteria del PD di Veltroni (e di cui Iacona aveva già parlato in esclusiva, qualche mese fa, dalle pagine del Venerdì di Repubblica), con la quale si invitava a valutare un'eventuale candidatura, anche solo simbolica, del primo cittadino di Pollica. Nessuna risposta, ovviamente. Solo un cenno tardivo di cui non c'è certo da stupirsi: il segretario politico era lo stesso che organizzò le candidature al parlamento come un enorme casting, credendo che piazzare in lista un imprenditore del Veneto e un operaio della Thyssen, una centralinista siciliana e un milionario laziale, bastasse a plasmare l'anima a un partito pluralista.
I microfoni del programma, dopo aver ascoltato anche la voce della politica agropolese Roberta Morrone, che, amica di Vassallo, ne ricorda le ultime speranze e i grandi disagi, indugiano poi su Agropoli, mostrandone dapprima i paesaggi formidabili del porto e di Trentova e subito dopo, come per schiaffo morale, gli orrori degli abusi edilizi, le altezze opprimenti di quelle colonie murarie che viste così, in prima serata e su una tv nazionale, si esprimono in un'inedita bruttura anche per chi le vive da sempre. E nell'intento, giusto o sbagliato, di mostrare il sindaco Alfieri come un rappresentante della politica del calcestruzzo, Iacona lo incalza sulla necessità o meno che il Cilento sopporti ancora il peso di tanti cantieri, e poi va a Torchiara, ad ascoltare un consigliere di opposizione sulla politica dei grandi interessi e degli scempi ambientali. Alfieri risponde rivendicando la convinzione per cui lavori pubblici e privati, purchè sostenibili, siano comunque sinonimo di crescita e occupazione. Ma dall'economia del racconto il suo personaggio ne esce comunque in chiaroscuro. E non poco. Del resto si sa, i programmi d'inchiesta sono fatti così, tagliano la mela in due, disegnano da subito buoni e cattivi. Sta al pubblico, e ai cittadini, giudicare poi i fatti con altrettanta o minore immediatezza.
La trasmissione continua così a tracciare la figura di Angelo Vassalo, a descriverne lo spirito e le intenzioni, lasciando alle parole di Antonio Valiante il compito di augurare una celere soluzione del caso giudiziario, affinchè l'estremo sacrificio possa tramutarsi completamente in un faro per la politica e per la società. Perchè se è vero che chi muore trova sempre e comunque pronti i fumi ecumenici dell'incenso, questa volta il sospetto di una celebrazione soltanto doverosa non si è mai neanche affacciato. La biografia dell'uomo, la sua storia coraggiosa e difficile, dimostrano con chiara evidenza che il profumo d'eroismo di tante lotte non è solo il frutto mistificato del necrologio. E' l'opportuno, come sempre tardivo riconoscimento a un impegno esemplare che trova nella traiettoria finale delle pallottole il massacrante sigillo alla sua giustezza. Quelle nove pallottole hanno colpito il volto e il petto di una politica possibile, e lo hanno fatto senza silenziatore. Continuare ad immaginare il loro suono freddo, feroce, vigliacco, deve servirci a trovare quell'adeguata indignazione per onorare non solo una memoria, ma una promessa.

Giovanni Landi

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