Cultura

Nell'ultimo libro di Ernesto Apicella, un viaggio nell'Agropoli fascista


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Sono oltre 400 pagine (480 per la precisione), ma nonostante ciò, l'ultimo libro-capolavoro di Ernesto Apicella intitolato “Agropoli, 1919-1945. Dalla nascita del Fascismo allo Sbarco degli Americani”, si legge tutto d'un fiato. In pochi attimi si sfoglia e come d'incanto, giunti alla fine si è travolti da una irrefrenabile voglia di ritornare alla prima pagina per essere nuovamente proiettati in una realtà agropolese che non c'è più.Il libro di Ernesto Apicella infatti, come un testo magico, vi trascina tra le sue pagine e vi proietta nel passato e sembra così di rivivere accanto a personaggi agropolesi che oggi non ci sono più. Persone importanti, che hanno fatto la storia di questa città, o persone comuni per le quali pure si prova nostalgia anche se alcuni di noi non le hanno mai conosciute. Il volume “Agropoli, 1919-1945. Dalla nascita del Fascismo allo Sbarco degli Americani”, in vendita nelle edicole e nelle librerie, come nella tradizione delle collane storiche che Ernesto Apicella sta proponendo da alcuni anni, è principalmente fotografico. Pochi i testi, ma a volte, anzi spesso, le fotografie esprimono concetti che le parole non sarebbero capaci di esprimere come spiega lo stesso Apicella:
"Agli inizi del 1900 la fotografia ha intrapreso la sua lenta ed inesorabile invasione della vita umana e del mondo che la circonda. I primi fotografi agropolesi, veri artisti dell’estetica e del buon gusto, ci hanno tramandato le immagini di una società locale reale, immediata, spettacolare e coinvolgente. Ammirando queste foto, improvvisamente, diventiamo dei viaggiatori del tempo che osservano, con stupore e meraviglia, i volti e la vita dei nostri concittadini. Sembra di incontrarli e... li tocchiamo, li ammiriamo, li amiamo, li rispettiamo. Ci parliamo e ci raccontano della loro vita. I drammi, le gioie, le sofferenze, gli amori, i sogni, i silenzi! Ed ognuno di noi enuncerà qualcosa di suo, di intimo, di originale. E’ la forza che trasmette una foto! Negli anni ho cercato di raccogliere queste immagini per farmi raccontare la storia di Agropoli del ventesimo secolo. Ho iniziato la preparazione di questo progetto con molta umiltà, cosciente della complessità dell’opera e dell’impegno che avrei dovuto impiegare per la sua realizzazione. Fortunatamente le ricerche mi sono state agevolate dalla collaborazione di alcuni benemeriti concittadini che hanno aperto i propri archivi fotografici; dai libri e dagli articoli pubblicati dagli storici locali; dalle testimonianze dirette riportate, con grande entusiasmo, dai giovani di allora, oggi ottantenni. Una delle tracce più significative che ho seguito è stata quella lasciata dal Capitano Antonino Esposto. La rilettura del testo pubblicato nel 1927 e dedicato ai primi cinque anni del Fascio Agropolese, scritto dall’Esposto in un linguaggio aulico, ardito e deciso, mi ha trasmesso lo spirito giusto per affrontare questo viaggio nel passato, sulle ali della fotografia".

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