Dal 30 luglio all8 agosto 2010 avrà luogo presso la sala dei Francesi del Castello di Agropoli la personale di pittura La danza della materia di Luigi Franzese a cura di Antonella Nigro.
Linaugurazione è fissata per sabato 30 luglio 2010 alle ore 20,30. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10.00 alle 13.00. Levento presenterà ventidue opere, scelte allinterno dellultima produzione dellartista, che propone come punto di riferimento la Natura e con essa la Materia.
E attraverso gli elementi della natura e più propriamente della materia ancestrale, che Franzese costruisce e utilizza forma, linea e colore. Il Vesuvio, accompagnato dalla ginestra, diviene protagonista assoluto e poeticamente contraddittorio delle tele figurative di Franzese. A disputa le sue seducenti inconciliabilità: il Vesuvio è la Natura, potente e imperscrutabile signore che uccide e padre amoroso che veglia, temuto e amato, morte e vita; il Vesuvio è Materia, è pietra originaria, primitiva, misteriosa, ma anche giovane fiamma nuda, lava brillante. La pittura di Franzese è dunque un lungo viaggio allinterno dellanima del Vesuvio, dei suoi dedali oscuri, delle sue simbologie, senza perdere di vista il cielo che, con esso è inscindibile, quando i lapilli se ne impossessano gareggiando con le stelle. Il Vesuvio è, dunque, una sintesi articolata, una metafora composita delle concezioni dellartista: è Natura, è Materia mutevole ed eterna e la tela lo ospita in molteplici interpretazioni. Il rapporto diretto con questi dettami è il gesto: lartista, ponendo sulla tela un piccolo reperto vulcanico circondato di colore, colloca il cuore, così egli oltrepassa il confine e simpossessa del tutto, infondendo lessenza e il significato ultimo al dipinto. Anche il colore delle raffigurazioni di Luigi Franzese, deriva dalle rarità delle pietre preziose della natura: è polvere di rubino che travalica nei purpurei gentili del corallo, gocce di elegante zaffiro e delicato acquamarina uniti alle profondità del lapislazzuli, aerei respiri trascesi nellametista, sabbie di topazio confuse al turbinio delloro ambrato, schegge di giada digradanti nello smeraldo, albe nascenti dagata, fondi onice striati danime diamantine e fluttuanti.
Il dipinto come opale specchiante delluniverso naturale, lirico riflesso dei preziosi cromatismi dellinfinito.
Antonella Nigro