Il 27 Gennaio tutto il mondo si prepara a ricordare una data che turbò le coscienze di molti: la liberazione di Auschwitz ad opera delle truppe russe. In questo giorno, si vedranno foto, si proietteranno film e documentari, si inorridirà davanti alle immagini e, a volte, lo sguardo neppure reggerà. Si andrà a dormire forse meno spensierati, forse con una profonda angoscia, ma consapevoli che ricordare è un dovere, come gridava Primo Levi nel suo libro Se questo è un uomo: << Meditate che questo è stato, io vi comando queste parole, scolpitele nel vostro cuore, stando in casa o andando per via, ripetetele ai vostri figli >>. Per alcune comunità sarà un giorno di lutto, per altre, che negano la realtà della Shoah, uno come un altro, per alcuni solo un rito, per altri un dovere morale, per altri ancora... Ricordiamo questo giorno con questa foto.

La ragazza nella foto si è dovuta nascondere con la sua famiglia per sfuggire ai rastrellamenti con cui i nazisti reperivano ebrei da inviare in Polonia; la ragazza nella foto è stata catturata nellAgosto del 1944 e internata in un campo di prigionia olandese; la ragazza nella foto aveva solo 15 anni quando è morta di stenti a Bergen Belsen, pochi mesi prima della liberazione del campo. Anne Frank è il simbolo della Shoah e del risultato della follia umana e il suo diario è il secondo libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia. Associata alle camere a gas e ai forni crematori, alle tute a strisce e al filo spinato, questa foto stringe il cuore a chiunque si trovi a guardarla: è portatrice di tristezza, dolore, a volte anche rabbia. Ma non è per questo che la scegliamo. Perchè non è a questo che la associamo. Diari di guerra, di sofferenza esistono forse a migliaia e ognuno di essi rappresenta una vita che abbiamo il dovere di ricordare e onorare, ma cè un motivo per cui quello scritto da questa giovanissima ragazza ha conosciuto un tale successo: non parla di morte. Nei mesi che passò rinchiusa nellAlloggio Segreto, Anne raccontò alla sua amica immaginaria emozioni, vicissitudini, incomprensioni. Pensieri a volte profondi a volte immaturi. Pensieri come quelli di una qualsiasi adolescente. Pensieri di vita, pensieri di un futuro: e noi ci chiediamo come potesse concepire un futuro fra quelle quattro mura, così strette, così soffocanti, ma che pure la proteggevano da un destino ben peggiore. E in questo che risiede la grandezza di Anne e il messaggio del suo Diario, che lungi da essere un semplice resoconto, è la più ingenua e spontanea espressione del senso del genere umano. Il Diario è un inno alla Vita. A quella forza che risiede nellanima e nessun evento esterno può annullare. A quella ostinazione che lessere umano possiede anche di fronte alle avversità più grandi e che gli consente di sperare, contro tutto e tutti. Sperare in cosa poi? Anne sperava nella fine della guerra, ma anche in un bacio di Peter. Piangeva per il terribile destino del suo popolo e per i litigi con la madre. Anne rideva: da sola, con gli altri. Anne soprattutto credeva nellintima bontà del genere umano. Lultimo appiglio di unadolescente immatura? Forse. O, come pure possiamo credere, il grido più forte della razza umana, che non si arrende alla realtà, per quanto essa possa essere crudele e cupa, che non riesce a credere che è nata per morire, bensì per vivere. Anne riusciva a guardare dalla sua finestra e vivere. O sognare di vivere, per i più cinici. Ma ha importanza? Il 27 Gennaio, commemorando tutte le vittime della follia umana, riflettiamo anche su questo: su come la Vita non si possa fermare, su come la sue essenza irrompa come un fiume in piena in ogni circostanza. Guardiamo la foto di Anne e sorridiamo con lei. P.s. Alla vittima pasquale, si innalzi il sacrificio di lode, l'Agnello ha redento il gregge, Cristo l'innocente ha riconciliato i peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo.
Cristoforo Cappetta