Continua anche questa settimana la proposta di riflessione etica e politica del prof. Cappetta, insegnante di religione presso il liceo scientifico "A. Gatto".E anche questa settimana prende spunto dall'editoriale di "Famiglia Cristiana" (n.34 del 18/08/2010) di seguito pubblicato integralmente. Continua... Gent.ma redazione di "Infoagropoli", anche questa settimana, nel suo editoriale, "Famiglia Cristiana" con coraggio, con chiarezza e in piena fedeltà al Vangelo, denuncia lo stato di crisi della politica italiana. Sottolinea i pericoli e propone, per tutti, un passo indietro per riemergere: un governo di larghe intese e la riforma della legge elettorale.Nel contempo "Famiglia Cristiana" respinge decisamente le accuse di disfattismo provenienti da una certa stampa e da una certa coalizione politica: << Disfattista non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni>>.E' sempre più urgente e attuale l'appello di don Luigi Sturzo "ai liberi e forti". Grazie per l'ospitalità. Cristoforo Cappetta
Limmagine che più si addice alla politica di questa torbida estate è il proverbiale campo di Agramante di ariostesca memoria, dove regna una discordia confusionaria e suicida, mentre il nemico (lo spettro della crisi) è alle porte.
Dossier, minacce e ricatti
velenosi volano come stracci, in unItalia ridotta alle pezze. E
con avversari da polverizzare, con ogni mezzo, perché il
potere assoluto non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra
bruciata contro chi canta fuori dal coro.
Veleni e
schizzi di fango volano ovunque. Con politici lontani dai problemi
delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con
povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Settembre
riserverà un brusco risveglio. La ripresa è debole, soggetta alla
pesante concorrenza dei nuovi mercati dellEstremo Oriente.
A scuola, anche questanno, la campanella suonerà a vuoto per
decine di migliaia di docenti precari. In attesa, da anni, di una
sistemazione.
Il Paese che si avvia a celebrare lunità dItalia è stufo di duelli, insulti e regolamenti di conti. Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e unintesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti.Non più comparse da soap opera, ma persone di provata competenza e rigore morale.
Minacciare il ricorso alla
piazza o tirare a campare con una tregua armata non sana le
profonde ferite di questi giorni. Tantomeno ridà credibilità a una
politica offuscata da ampie zone dombra. Il Paese è
paralizzato. Sotto ricatto. Leggi e favori, come al mercato delle
vacche, sono oggetto di baratto: federalismo in cambio di
intercettazioni. I dossier vanno e vengono dai cassetti, con
minacce di bombe esplosive (ma chi sa, perché non parla già
ora?). Manca, come ha scritto il presidente del Censis Giuseppe De
Rita, «una cultura politica della complessità e del suo governo».Sè perso di vista il bene prioritario del Paese, come ha
ammonito il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, nellomelia
dellAssunta.
Anche la questione morale è ormai arma
di contesa. Dalla politica ad personam siamo al contra
personam. Ma la giusta esigenza di chiarezza vale per tutti.
Sia per chi ha la pagliuzza che per chi ha la trave nellocchio. La
clava mediatica (o il metodo Boffo) contro chi mette a nudo il
re è un terribile boomerang, in un Paese che affoga in una melma di
corruzione, scandali e affari illeciti.
Disfattista non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni. Nel campo di Agramante italiano si alzano polveroni, utili solo a fini propagandistici. Per soddisfare la voglia duna contesa elettorale che sbaragli, per sempre, lopposizione. Come in passato, urge anche oggi lappello di don Sturzo ai liberi e forti. Prima che sia troppo tardi.