La dieta mediterranea entra nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità stilata dall'Unesco. Gli esperti, riuniti a Nairobi lo hanno deliberato non senza intoppi. Colpa dell'Albania e del suo duro intervento in merito alle candidature che potrebbero avere valore commerciale. Talmente duro da aver per un attimo portato la discussione in un'impasse, al punto che pareva venisse rinviata al giorno successivo. Un paio d'ore dopo, l'Albania ha ritirato le sue contrarietà e la situazione si è sbloccata e la candidatura della dieta mediterranea, sostenuta da Italia, Spagna, Grecia e Marocco, è stata approvata. Un riconoscimento che, racconta il membro della delegazione italiano Pier Luigi Petrillo, è stato dedicato "al sindaco di Pollica Angelo Vassallo", ucciso in un agguato lo scorso 5 settembre e che aveva sempre promosso la sua terra, il Cilento, come patria della dieta mediterranea.
Soddisfazione anche da parte di Giuseppe De Mita: «Il riconoscimento della Dieta mediterranea quale patrimonio culturale immateriale dellumanità rappresenta senza dubbio unindicazione importante sul fronte della costruzione di politiche strategiche per il turismo in Campania».
«Un iter lungo e complesso, che ha registrato - ha spiegato invece il senatore campano del Pd Alfonso Andria - una forte convergenza di tutte le forze in campo senza distinzione di appartenenza politica, partito nel 2007 grazie all'iniziativa dell'allora ministro Paolo De Castro, ed oggi giunto a compimento. All'inizio di questa legislatura, il Senato della Repubblica approvò all'unanimità una mozione del Gruppo Pd tesa proprio ad accelerare le procedure per il riconoscimento Unesco».