Cilento a tavola

L’avanzata del Cilento nel mondo “Brassicolo”

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Giorno dopo giorno il Cilento cresce esponenzialmente coinvolgendo molte realtà gastronomiche tra le quali vino, vini liquorosi, vini spumanti, liquori , distillati, formaggi, salumi e da qualche anno anche le birre. Credo che il Birrificio dell'Aspide sia stato il primo ad effettuare una produzione qualitativamente significativa nel Cilento producendo con maestria diverse tipologie di birre, tutte con caratteri organolettici molto inequivocabili. In questa occasione vorrei parlare di diverse birre ( non tutte ) prodotte dal mastro birraio Vincenzo Serra.

 Per la degustazione della birra fino a qualche tempo fa si aveva l’imbarazzo della scelta del bicchiere, con una gamma davvero variegata di forme e quantitativo. In questo ultimo periodo sono comparsi sul mercato dei bicchieri abbastanza particolari nella forma , soprattutto per rispondere all’esigenza delle birre artigianali sempre più complesse organoletticamente e del consumatore che non può avere a disposizione sempre diversi tipi di bicchiere. Il calice in questione si chiama TEKU, creato dalla collaborazione tra Teo Musso, geniale birrario Baladin, e Kuaska, degustatore e giudice birraio universale. Un classico calice da vino con una camera di ossigenazione mediamente ampia che tende a chiudersi verso l'imboccatura, dove abbiamo un " risvolto" di circa due centimetri del bicchiere verso l'esterno che serve a determinare meglio la schiuma e la sua consistenza.

La prima birra ad aver degustato del birrificio è la Blonde, una Golden Ale 5.5% che nel bicchiere si presenta con un colore giallo paglierino leggermente velato, schiuma mediamente persistente di colore bianco. I Flavours che si liberano nel bicchiere sono essenzialmente di frutta a polpa gialla come l'albicocca, legata a qualche frutto esotico più zuccherino come il mango. Dolce nel palato, con poca sensazione di luppolo dove emerge oltre le note fruttate qualche sentore citrico; una birra dai toni freschi con un ottimo “watering” ( termine utilizzato per descrivere una sensazione strutturale legato all’acqua). La Fenix invece è un American Pale Ale 5.8% che si libera nel bicchiere con un colore ambrato cristallino e una schiuma persistente di colore bianco. In questo caso i flavours sono di speziato dolce come la cannella e qualche accenno alla vaniglia, ma anche di erbe aromatiche come la salvia e la lavanda. Nel palato è piacevolmente amara dove il luppolo s'impadronisce dei nostri sensi con un ottimo corpo. Un’altra birra invece è la Gairloch - Dark Scozzese 7% e qui il mio gusto personale, che tende sempre a preferire birre scure, trova una compagna davvero eccellente. Il colore della birra è un ambrato scuro quasi ebano con una schiuma abbastanza persistente e di un bellissimo color cappuccino. I Flavours sono eccezionali, inequivocabile e deciso le note di banana con cioccolata vanigliata, che si cambia di posto con toni caramellati quando si scuote il bicchiere. Nel palato è una birra che è abbastanza lunga, con un ottimo watering che accompagna la componente dolce. Questa è una birra che ha una versatilità nell'abbinamento davvero ampia, partendo da cibi di mare sapidi, o salumi mediamente stagionati fino ad arrivare addirittura con alcune riserve nell'abbinamento di dolci con base di cioccolato L'ultima provata invece è la Nirvana in stile “belga”, da 7.8% - ha un bel colore giallo paglierino dorato, velato nel bicchiere (rispecchiando lo stile da cui proviene) sviluppando una schiuma mediamente compatta. I Flavours sviluppati all'olfatto sono decisamente di note agrumate un poco confuse, mentre nel palato sono decisamente più nette, enfatizzate dal corpo alcolico che riempie completamente il palato con una sensazione di pseudo - calore. La componente morbida nel palato è egregiamente supportata dall'amarezza del luppolo, presentandosi come una birra davvero piacevole nonostante lo spessore della sua struttura. Qualche consiglio per i neo-degustatori del campo brassicolo;

  • i profumi che si evincono da una birra sono decisamente netti rispetto a quelli di un vino, quindi sono molto più riconoscibili;

  • diverse birre hanno diverse complessità olfattive e gustative che hanno bisogno di tempo per liberarsi: non bisogna avere fretta nella degustazione;

  • ruotare il bicchiere, stressare il contenuto, liberare la “carbonazione”: i profumi hanno bisogno di liberarsi attraverso l’anidride carbonica contenuta nella birra.   

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