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Il principio fondamentale del sapore del vino – l’acqua

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La moda enogastronomica che ha invaso l’Italia ha agito in maniera tale che la maggior parte delle persone hanno iniziato ad avere un approccio diverso verso le pietanze e le bevande che consumano quotidianamente; questo processo di “sensibilizzazione di massa” ha dato modo anche a diversi enti o persone di creare e fondare diverse associazione con il fine di promuovere diversi corsi di formazione per un approccio alla degustazione del vino, della birra, dei formaggi ecc…

 Ultimamente si è sentito parlare anche dei corsi di degustazione dell’acqua, lasciando molte persone scettiche riguardo a questa tematica ( senza tralasciare diverse affermazioni “molto sarcastiche” sulla figura professionale di questo corso, l’idro-sommelier). Senza entrare in merito o in polemica con questa nuova figura, che già nei ristoranti stellati del nord Italia inizia a farsi vedere, io porrei l’attenzione piuttosto sull’importanza dell’acqua nella nostra vita quotidiana. Tralasciando il fatto che il nostro corpo è composto dal circa il 70% di acqua, si pone come il maggior costituente all’interno delle bevande che siamo soliti consumare, considerando una buona birra, uno spumante, un ottimo vino fino ad arrivare ai migliori distillati che abbiamo mai potuto provare. Per una bottiglia di vino con un titolo alcolometrico di circa 14%, quasi il restante 86% della composizione è acqua, in cui in una piccolissima porzione sono disciolte migliaia di sostanze che ci potrebbero dare diverse manifestazione organolettiche. Fondamentalmente è l’acqua che ne fa da padrone per quanto concerne il sapore del vino, reso possibile a seconda della sua durezza e del suo grado di mineralità. L’acqua proviene direttamente dalla frantumazione dell'acino che viene accumulata dalla pianta tramite le radici durante tutto l'anno. Risulta chiaro dunque che la composizione dell'acqua avrà un notevole ruolo nella mineralità del vino, che è uno dei parametri degustativi più importanti in fase di degustazione. In accordo con quello che stiamo dicendo nel Cilento si sente una grande differenza tra vigneti che sono posti in vicinanza del mare, come i vini di Punta Tresino o Punta Licosa, con quelli posti nell'entroterra, dove le falde non sono tanto influenzate dalla vicinanza del mare. In questo caso, l'acqua diventa un parametro fondamentale nella determinazione del Micro Clima di produzione e nel risultato dell'esame organolettico, conferendo una sorta di originalità innestata per la produzione vitivinicola Cilentana.

Non a caso nel panorama brassicolo l’acqua riveste un ruolo così fondamentale che può determinare anche lo stile della birra a seconda della sua durezza; ecco perché i mastri birrai accuratamente scelgono di dolcificare o mineralizzare l’acqua che utilizzano per la produzione della birra. Noi nel Cilento abbiamo la grande fortuna di avere un fiume abbastanza importante che, nascendo da Gorga ( "Gurga" tardo latino gurges gorgo, fiotto d'acqua) per circa 40 kilometri si muove impetuoso nel suo letto, terminando il suo viaggio nella diga artificiale che permette al Cilento di avere una grande riserva di acqua. Cito questo dato nell’articolo per rendere omaggio invece al Birrificio Fiej di Castelnuovo Cilento che in qualità di Brew Pub preferisce non trattare l’acqua utilizzata per la produzione della sua birra prendendo direttamente quella “locale” per legare maggiormente il prodotto alle qualità del territorio.

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