Il Presidente del Movimento Ecologista Europeo Fare Ambiente Prof. Vincenzo Pepe ha ritenuto opportuno intervenire energicamente nella polemica rimbalzata sotto i riflettori nazionali riguardante lallarme cementificazione nel Cilento. Le mie origini cilentane dice il Prof. Vincenzo Pepe - non mi dispensano dallintervenire in questo dibattito, sempre più acceso, che utilizza lambiente come scudo per coprire fini squisitamente politici. Il nostro movimento si è sempre distinto fin dalla sua nascita per la lotta contro il vecchio ambientalismo demagogico e di facciata, che non giova allambiente e nuoce allo sviluppo economico del territorio.
Il concetto di sviluppo sostenibile, teso a salvaguardare il valore ambiente, comprende anche piccole rinunce al patrimonio ambientale in virtù del progresso socio-economico della comunità. Tutto ciò diventa inevitabile se si vuole sposare una moderna concezione antropocentrica dellambiente che sia in grado di offrire ai nostri giovani delle possibilità per il loro futuro. Il Cilento è una terra di per sé povera e di conseguenza con bassissimo interesse per la criminalità organizzata. La mia esperienza accademica, presso altre realtà ben più ricche di quella dove sono cresciuto, mi ha fatto apprezzare ancora di più il Cilento poiché terra ancora incontaminata dalla malavita organizzata ma sventurata per quel che riguarda lofferta lavorativa per i giovani. Quando sento discutere di Bella Politica nel Cilento non mi trova daccordo chi scrive sulla lavagna, come a scuola, lelenco dei buoni e quello dei cattivi, per mia natura sono sempre stato contrario ai finti moralismi ed al concetto, in questo momento particolarmente gettonato, di santo subito. Lambiente va prima di tutto tutelato poi promosso e valorizzato ma sicuramente non va mummificato ritornando al pensiero bucolico virgiliano. Un ambiente senza prospettive di sviluppo diventa con il passare del tempo sterile ed improduttivo con lunica prospettiva della desertificazione umana; a riscontro di ciò posso citare i dati vicini ad un bollettino di guerra riguardanti la disoccupazione giovanile nel Cilento e quelli relativi al rapido spopolamento dei tanti piccoli comuni rurali del Parco. Chiudo con un invito rivolto agli amministratori cilentani cui auspico di sostenere una difesa rigida ed inflessibile del nostro territorio, vero e proprio patrimonio economico della nostra comunità, ma allo stesso tempo chiedo di non utilizzarlo quale vessillo per mascherare limmobilismo ed, a volte, l'incapacità amministrativa di tanti politici locali.