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Il Fatto Quotidiano: bluff Bandiere Blu. Il giornale cita anche Sapri

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Le Bandiere Blu sono un bluff. Lo sostiene l'edizione on line de "Il Fatto Quotidiano" che già nel 2013 in un articolo a firma Luigi Franco evidenziava che "La Fee assegna l'ambito riconoscimento ai singoli tratti di costa e non a tutto il litorale della località interessata. Eppure sul sito dell'organizzazione e soprattutto sui portali istituzionali di diversi Comuni la differenza non viene sottolineata. E così 'diventano' blu spiagge 'non balneabili'. Con buona pace dei turisti". 

Diverse le "incoerenze" sottolineate dal quotidiano diretto da Antonio Padellaro. "Che qualcosa non torni - si legge nell'articolo - si nota già con una rapida occhiata alla cartina sul sito della Fee Italia. Come è possibile che le bandiere blu siano concentrate soprattutto lungo l’Adriatico, in Liguria e Toscana, mentre la Sardegna ne ha appena sette e la Sicilia quattro? Non sono i mari delle isole quelli che tutto il mondo ci invidia? Nella domanda sta già una prima risposta. Località che godono di ottima reputazione non hanno bisogno di candidarsi all’assegnazione della bandiera blu, e così non compilano il questionario predisposto dalla Fee. A molte di queste, la bandiera blu, nemmeno interessa. I comuni che invece partecipano alla selezione devono rispondere a un questionario per dichiarare di avere spiagge dotate di servizi igienici, bagnini e kit di primo soccorso. Tra le altre cose, vengono premiate anche la raccolta differenziata dei rifiuti, la disponibilità di mezzi di trasporto ecosostenibili e le iniziative di educazione ambientale. C’è poi un criterio imprescindibile: Solo le località le cui acque sono risultate eccellenti nella stagione precedente possono presentare la candidatura, si legge nel regolamento. E ancora: I risultati delle analisi di qualità delle acque di balneazione delle ultime quattro stagioni balneari devono essere allegati alla candidatura. La Fee, almeno in teoria, impone limiti ancora più stringenti per le concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali, rispetto a quelli imposti dalle direttive europee e dalla normativa nazionale: l’acqua deve essere di qualità ‘eccellente’, non basta che sia ‘buona’ o sufficiente’.Eppure la teoria sembra non trovare riscontro nella pratica".

L'articolo, poi, sottolinea anche un altro problema: in alcuni casi l'inquinamento delle coste viene segnalato dopo l'attribuzione del riconoscimento. In altre località Bandiera Blu, invece, esistono divieti temporanei alla balneazione. E' in questo caso che il giornalista de "Il Fatto Quotidiano" citava l'esempio di Sapri.

"Qual è allora l'inghippo?" si domanda l'autore dell'articolo che evidenzia che "In molti casi i vessilli non sono stati assegnati al comune, ma a singole spiagge. Solo che in Italia nessuno lo aveva detto. E molti comuni, anche sui loro siti istituzionali, fanno a gara per fare bella mostra della bandiera blu, senza sottolineare che solo alcuni tratti di costa se la sono guadagnata. Il tutto alla faccia dei turisti".

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