Dopo oltre venticinque anni i cosiddetti ecomostri di Montecorice, sulle colline delle Ripe Rosse, dovranno essere demoliti. Così ha deciso la Sesta Sezione del Consiglio di Stato con la corposa sentenza numero 6576 emessa lo scorso 20 dicembre. 41 pagine per scrivere la parola fine su una vicenda che sembrava destinata a non vedere una via duscita. Il CdS ha respinto gli appelli del proprietario dei quattro grandi scheletri di cemento che da più di trenta anni deturpano colline vincolate, famose per la presenza dei pini dAleppo."La vicenda è complessa e offre spunti curiosi, se non paradossali - evidenzia il Codacons - Gli ordini di demolizione sono rimasti inevasi per decenni, così processi penali e amministrativi sembravano destinati a produrre voluminosi faldoni pieni di carte inconcludenti. Soltanto la Soprintendenza di Salerno è rimasta in prima linea per ottenere il ripristino dei luoghi. Poi, circa sette anni fa, il Codacons Campania ha iniziato ad occuparsi della vicenda avviando unintensa attività di denuncia volta a scoperchiare un sistema non più tollerabile: da un canto liter per la demolizione era completato, dallaltro, tuttavia, si lasciava che le carte, che disponevano il ripristino di luoghi violentati dal cemento, ingiallissero nei cassetti. Il Prefetto, sollecitato dal Codacons in almeno tre occasioni, intervenne per smuovere le acque di uno stagno che era simile a una palude. La convocazione di una conferenza di servizi nellottobre del 2007 fu utile per arrivare allemissione di una nuova ordinanza di demolizione, ora considerata legittima dal Consiglio di Stato".