«Il napolicentrismo è un fenomeno che esiste e sta danneggiando seriamente i territori periferici della Regione». Sono tutti concordi i sindaci del Cilento nell'evidenziare le disparità di trattamento esistenti in Campania tra l'area a nord e quella a sud della Regione: la prima destinataria di maggiori risorse, talvolta spese in maniera discutibile; la seconda, invece, sempre più spesso dimenticata.Non tutti i primi cittadini del territorio, però, condividono l'idea lanciata dal neonato «Movimento Separatista Cilento Libero» che propone la creazione di una regione autonoma rispetto alla Campania. «Le scissioni non servono - spiega il primo cittadino di Castellabate Costabile Spinelli - Piuttosto dobbiamo sperare che cambi la legge elettorale e che riusciamo a portare in Parlamento esponenti del nostro territorio». nullIn ogni caso - continua il sindaco cilentano - è innegabile che il napolicentrismo ci penalizzi perché riceviamo la metà di quello che diamo alla Regione. Lo si vede nella sanità e nei trasporti, per fare un esempio. Per questo non dobbiamo rimanere passivi davanti a questa situazione, ma anziché pensare ad una scissione dobbiamo puntare sul riequilibrio delle risorse». Sulla stessa linea il sindaco di Pollica Stefano Pisani secondo il quale il napolicentrismo rischia addirittura di »minare la sopravvivenza del Cilento» che nonostante «riceve poca e spende benissimo gli viene riconosciuto sempre meno». La soluzione, però, non è il distacco da Napoli, come conferma anche il sindaco di Capaccio Italo Voza, bensì nell'impegno del territorio che «deve guardare oltre, all'Europa, per intercettare i fondi europei per il suo sviluppo». Chi invece condivide l'idea di lasciare la Campania è il sindaco di Sala Consilina Gaetano Ferrari che ha da poco perso il tribunale nel suo comune: «che sia la Lucania, il principato di Arechi o qualsiasi altro territorio sono d'accordo - spiega - non è possibile andare avanti così, c'è un'evidente disparità». «Inoltre - aggiunge il primo cittadino salese - il nostro territorio rispetto a Napoli ha caratteristiche demografiche e sociali diverse ed ha bisogno di leggi differenziate che possano servire a governare delle aree piccole e con una minore densità di popolazione». Anche per il vicesindaco di Agropoli Adamo Coppola la proposta di rendere il Cilento una regione autonoma è condivisibile, poiché è «innegabile che i territori periferici vengano messi in secondo piano». I dubbi, però, sorgono sull'iter normativo giudicato «troppo lungo e complesso per raggiungere lo scopo». Non usa mezzi termine, invece, il primo cittadino di Vallo della Lucania Antonio Aloia che punta il dito contro la Regione Campania non solo per il napolicentrismo ma anche per il salernocentrismo: «Che questo fenomeno esista è evidente», afferma il sindaco vallese che poi punta il dito contro il viceministro Vincezo De Luca: «lui pensa solo a Salerno senza considerare che c'è una provincia molto vasta che va curata».