Dopo le standing ovation per Massimo Ranieri e Gigi D'Alessio, toccherà al Maestro Renzo Arbore chiudere la triade di appuntamenti dell'estate 2010 curati al Teatro dei Templi da Anni 60 Produzioni. Arie napoletane e sonorità del sud gli ingredienti del concerto che l'ambasciatore della musica italiana nel mondo proporrà con la sua Orchestra Italiana domani sera, giovedì 19 agosto, a Paestum (ore 21.30). Partito con la sua nuova lunga tournee lo scorso 6 marzo proprio dal salernitano (dal PalaSele di Eboli), il Maestro del clarinetto torna come promesso in zona con la sua originalissima e inconfondibile rilettura del repertorio classico partenopeo, arricchita da quell'inconfondibile stile contagioso e travolgente con cui, da quasi vent'anni, conquista il mondo da un'estremità all'altra, dagli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada, con innumerevoli concerti, acclamatissimi ovunque, in un clima da record sempre in ascesa. IL CONCERTO In programma un coinvolgente viaggio nella
musica di tutti i tempi, partenopea e non solo, riletta con
originali contamina¬zioni tra sonorità e ritmi rock,
blues, country, reggae, sudamericani, arricchito
dall'intrattenimento puro nel solco dei suoi cult
tormentoni lanciati con "Quelli della notte" e
"Indietro Tutta". Un concerto unico, racchiuso in un
originalissimo format fatto di musica e divertissement
napol-arboriani, classici intramontabili di repertorio e
"canzonette" irriverenti tormentoni dei suoi programmi
di successo, sia radiofonico che televisivo, come si
conviene allo stile "Arboristeria".
Anima centrale dello spettacolo l'altra musica, "quella
dimenticata" come la definisce lui stesso, ovvero la
canzone napoletana classica per il cui recupero il Maestro
ha fondato l'Orchestra Italiana. In scaletta un
incalcolabile ed imprevedibile pout-pourri di brani. Da "Era
de maggio" a "Luna Rossa", da "Malafemmena" a
"Dicitincello vuje", passando per "Reginella", "Munasterio
'e Santa Chiara", "Comme facette mam¬meta", "Aummo...
aummo", "'O Sarracino", "Chella lIà" e tantissime altre
ancora - dove ben si inseriscono gli omaggi a Totò e
Murolo - il patrimonio culturale ed artistico di
inestimabile valore dello spartito partenopeo rivive in
questa singolare rivisitazione che magnifica la poesia, il
divertimento e la contemporaneità di testi e musica.
Grazie al sogno-scommessa di Arbore, tanti brani, a torto
ritenuti antichi e fuori moda, riecheggeranno al Teatro nei
Templi come già nei principali teatri e piazze di tutto il
mondo (Radio City Music Hall, Madison Square Garden e
Carnegie Hall di New York, Royal Albert Hall di Londra,
Olympia di Parigi, Piazza Rossa di Mosca, solo per citarne
qualcuno) in una rivisitazione in cui gli arrangiamenti ne
esaltano la straordinaria bellezza. «Qualcuno - spiega
Arbore - pensava, con grande ignoranza, che le canzoni
napoletane appartenessero al passato, che avessero fatto il
loro tempo, quando in realtà corrispondono a veri e propri
serbatoi della musica che non ha età. Sono degli
evergreen, come dicono in America, che sopravvivono alla
moda, alle generazioni e diventano classici. Parliamo di
poesie che non vanno relegate agli interpreti regionali, ma
devono essere cantate con orgoglio in tutto il mondo insieme
alle canzoni messicane e americane degli anni 30».
Immesse nuove energie ritmiche a supporto di inedite ed
accattivanti sonorità, nelle mani del suo ensemble canzoni
come le già citate "Reginella" e "Luna Rossa" e,
ancora, brani come "Na sera e maggio", "Voce 'e notte",
"Silenzio cantatore", "Scetate", "Mandulinata a Napule",
"LI'arte d"o sole", ''l' te vurria vasà","Canzone
appassiunata", "Te voglio bene assaje", "Canzone Marenara" e
tanti altri, "prudentemente" rivisitati, tornano ad
emozionare e divertire il pubblico che riscopre, così,
l'inestimabile valore del patrimonio culturale ed
artistico dello spartito napoletano.
L'ORCHESTRA ITALIANA Impegnati a far risplendere di nuova
luce le più preziose gemme della canzone napoletana, sul
palco quindici talentuosi elementi, tutti grandi solisti del
proprio strumento; tra chitarre, percussioni, fisarmonica,
pianoforte, mandolini, tamburelli e voci, anche i suoni jazz
e fusion di Gegè Telesforo, altro appassionato e profondo
conoscitore del genere, nonché fedele accompagnatore del
Maestro in tutte le sue avventure artistiche.
Un'ensemble nato nel 1991, quando Arbore decise di
cimentarsi nella sua personalissima sfida: celebrare Napoli
in musica, cantare una città che guarda avanti senza
rinnegare melodie e mandolini, sentimento e fantasia,
tradizione e buon gusto. Come atto d'amore verso il più
grande focolaio di artisti italiani della musica e della
parola, l'artista decise di fondare l'Orchestra Italiana
per rilanciare la Canzone Napoletana in patria e all'estero,
anche se attraverso una rilettura dei classici partenopei.
Così, da vent'anni, un repertorio che rischiava di
venire da tutti considerato come parte di un passato da
dimenticare, viene recuperato e riproposto condito da
originali contaminazioni con alcune accattivanti sonorità:
rock, blues, country, reggae, sudamericani. Immesse così
nuove energie ritmiche, lo showman insieme con l'Orchestra
riesce a riportare all'attenzione del grande pubblico di
tutto il mondo la melodia classica napoletana come musica di
"oggi", ancora viva e capace di esprimere le emozioni più
intense e travolgenti. Dopo il debutto internazionale de
"L'Orchestra Italiana" al prestigioso Montreux Jazz Festival
(1991), in cui Renzo Arbore fu battezzato da Quincy Jones
come "The new italian renaissance man"... della musica e
dello spirito creativo italiano, centinaia e centinaia i
concerti eseguiti nei principali teatri e piazze d'Italia, e
poi quelli indimenticabili al Madison Square Garden ed alla
Carnegie Hall di New York - è il terzo artista Italiano
dopo Domenico Modugno e Renato Carosone ad esibirsi in
quello che viene definito "il tempio della musica" - alla
Royal Albert Hall di Londra, all'Olympia di Parigi, sulla
Piazza Rossa di Mosca, e tanti altri ancora. Da allora,
Arbore ha archiviato sold out e standing ovation, cifre da
capogiro, riconoscimenti e premi che non hanno uguali e
plaudono al suo spirito assolutamente travolgente e
contagioso.