Dall'amministrazione comunale di Ascea arriva la proposta, discussa e approvata in consiglio comunale lo scorso 5 dicembre, di promuovere una fusione di comuni, al fine di creare un unico e più grande ente territoriale, formato dai comuni di Ascea, Castelnuovo Cilento, Casal Velino e Ceraso. L'opportunità data dalla fusione consentirebbe all'ente di imporsi sulla scena locale con il peso di una cittadina, e garantirebbe una serie di finanziamenti e agevolazioni economiche. La palla passa ora ai primi cittadini che dovranno decidere se tenere in conto l'ipotesi o meno.Il primo sindaco a rispondere alla proposta del primo cittadino di Ascea, Mario Rizzo, è stato Eros Lamaida del comune di Castelnuovo che rispondendo al collega asceota precisa: "sento il dovere di dirti che credo più nelle Unioni dei Comuni, di cui , come sai, facciamo parte, che nelle Fusioni degli stessi. Personalmente,sono convinto che le Unioni dei Comuni possono raggiungere gli stessi gradi di efficienza economica, amministrativa, gestionale delle Fusioni. Anche le Unioni sono nate per tentare di sciogliere il nodo dell'eccessiva lentezza della nostra macchina amministrativa, dell'eccessiva burocratizzazione , tutto nell'ottica di assicurare e garantire alle nostre popolazioni, considerata la gravissima crisi economica che stiamo attraversando, almeno i servizi esistenti, cercando , se possibile, anche di migliorarli. Anche le Unioni sono nate per migliorare le nostre vite, le vite degli uomini e delle donne di questo Paese così bello ma anche così disperato. Anche le Unioni - precisa Lamadia - seguono e vanno nel solco della razionalizzazione, della spending review, della trasformazione amministrativa, senza però, tagliare, spezzare e disperdere al vento, come polvere, le proprie radici. Le Unioni vanno nella stessa direzione delle Fusioni senza , tuttavia, che venga estinta l' identità, la storia e , quindi, il futuro dei Comuni che le costituiscono. Le Fusioni nascono dall'annullamento e sono l'estinzione dei Comuni, le Unioni , invece, nascono dalla vita dei Comuni e sono l'espressione della loro vita più bella, più matura, più responsabile, più seria. Della loro visione lunga. Mi rifiuto di pensare e di accettare che a fronte di contributi statali straordinari, debba buttare giù il mio campanile. Non so se lo Stato, un giorno, ci obbligherà alle Fusioni, a fare ciò che tu oggi , nel Cilento, stai preconizzando, ma ,di certo - conclude il primo cittadino di Castelnuovo lo stesso Stato non può costringermi a tradire me stesso, le mie idee, la mia coerenza".