E' usanza diffusa, nel Cilento, mettere i cosiddetti lacci per catturare i cinghiali; è ovvio che qualsiasi malcapitato animale si trovi a passare viene catturato e se non liberato è destinato ad una morte atroce. E' ciò che denuncia Valentina Abbruzzese dell'Associazione "Chiliamacisegua". "Questo povero cucciolone (foto in basso) è stato ritrovato dopo circa una settimana dalla sua sparizione, questo è il risultato di tale orrore ... il cappio lo ha stretto tra la bocca e il collo provocando ferite profondissime, il piccolo non ha mangiato, ne bevuto, sofferto il caldo e il freddo e soprattutto il dolore. Le campagne del Cilento sono piene di queste trappole, pur essendo reato, nessuno si sente scoraggiato o perseguito nel fare questa pratica barbara e crudele.
E' una cosa di cui si parla liberamente quasi fosse normale avere il diritto di uccidere per mangiare la carne del cinghiale.
Vedendo tali atrocità - sottolinea Valentina Abbruzzese - non credo si possa aspettare che le persone si civilizzino e si educhino al rispetto degli animali e della natura tutta, queste persone vanno punite e spero che chi è adibito al controllo di tali reati cominci finalmente a controllare davvero.
Il piccolo è stato chiamato Libero, speriamo che se la cavi e che qualcuno di buon cuore possa offrirgli amore eterno e il calore di una famiglia".