Cultura

Celle di Bulgheria: Saverio Carelli e i "pensieri del cuore"

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Saverio Carelli nasce e vive a Celle di Bulgheria. Ha scoperto la vocazione poetica in età matura ed ama definirsi un “poeta contadino”, essendo nata la passione per i versi accanto alla profonda e costante dedizione alla terra. “Pensieri del cuore”, raccolta cui ci si riferisce per la produzione carelliana, è poesia istintiva ed emotiva che verte essenzialmente sulla contemplazione della natura nelle sue ciclicità e regolarità, con versi accompagnati da una forte nostalgia, da rimpianti, dolore e anche sarcasmo.

In ciò l'artista cellese si presenta quasi come un vecchio saggio, nella scrittura pronto ad esprimere disappunto verso una società che attualmente stenta a farsi accettare, persa com'è nella sua crisi di valori. Il linguaggio utilizzato è un misto tra antico dialetto cellese e “modernismi” italiani, spesso abbastanza colorito e forte, specie nei momenti di più grave disamina. La raccolta “Pensieri del cuore” figura in diverse antologie regionali e nazionali e l'autore ha ricevuto per essa diverse premiazioni: nel 1998 vince la targa al concorso letterario di Novi Velia ottenendo il secondo posto (medaglia d'argento), nel 1999 raggiunge il primo posto invece a Fisciano; nel 2000 ottiene coppa e diploma alla XV edizione del premio “Montesanart” per poi conseguire nel 2002 la medaglia con diploma di merito al “Premio Napoli”. “La donna e la rosa” e “ 'U gatto nero” sono due poesie rispettivamente in italiano e in dialetto, dalle quali però traspare ugualmente un leggero contrasto nei confronti di una certa categoria di persone: la donna un po' petulante e l'uomo, schiavo troppo spesso di futili credenze.

 

La donna e la rosa

 

Bella è la rosa

ma tu sei tutta un'altra cosa,

la rosa s'appassisce in poche ore

e tu rimani sempre verde, grande amore,

la rosa dopo un anno è ormai una spina

e tu sei sempre più la mia cara malandrina,

la rosa è bella ma non sa parlare,

tu invece parli sempre troppo e mi fai dannare,

ti prego, impara dalla rosa un po' a tacere.

 

 

'U gatto nero

 

Ma chi 'nci puzzu fa'

Si tengu 'stu colore

e si madre natura

m'ha fatt' 'u pilu nero.

Si l'omo è intelligente

l'adda capì 'stu fatt

nunn'è 'na cosa seria

a tuccarsi ppì 'nu gattu.

S'avissi la parola

sapiti chi dicissi?

“Ue, omo intelligente,

invece 'i tucca' i palle

tuccati 'ncopp' 'a fronte,

picchì loro e 'u cirviellu tuo

su 'dd' 'a stessa razza

e tu resterai ppì sempi

'a stessa cap' 'i cazzo.”  

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