Il Comune di Casal Velino si appresta a costruire dei locali polifunzionali nel parco giochi di Largo Don Samuele De Bellis, nella frazione Acquavella. I nipoti del sacerdote hanno distribuito a mano e postato su Facebook una lettera aperta, dal titolo "Non c'è futuro senza memoria", in cui manifestano le loro perplessità sull'intervento urbanistico. Pubblichiamo di seguito il contenuto del documento.
"LAmministrazione comunale di Casal Velino si appresta ad iniziare i lavori di recupero ambientale della viabilità del centro storico della frazione Acquavella.
Tra le opere previste cè la realizzazione di locali polifunzionali in Largo don Samuele De Bellis, in unarea vitale per lo sviluppo e socializzazione del nucleo urbano di Acquavella (dalla relazione tecnica del progetto esecutivo), per il costo previsto di 64.812,14.
I locali polifunzionali sono previsti nellarea che, da più di dieci anni, è adibita a parco giochi per i bambini, per cui la nuova struttura non solo sfratta lunico spazio pubblico dedicato esclusivamente ai più piccoli, ma ne altera in modo irreversibile lestetica e luso, quando gli interventi più efficaci e immediati devono essere la sostituzione dei giochi, attualmente rovinati e in cattivo stato di conservazione, e il miglioramento dellarea.
Un apposito comitato civico si è costituito per contrastare questo progetto e far valere le ragioni dei cittadini, che in Largo don Samuele De Bellis hanno potuto vivere quei momenti che rendono unita una comunità.
Anche noi, come nipoti di don Samuele, vogliamo far sentire il nostro dissenso perché riteniamo che questa opera pubblica sia, dal punto di vista morale, unoffesa alla sua memoria e, allo stesso tempo, un passo indietro rispetto a quelle esigenze che determinarono la costruzione della piazza.
Don Samuele è stato parroco di Acquavella dal 1948 alla sua morte avvenuta l 11 aprile 1983.
Non è stato solo pastore di anime ma sacerdote che ha compiuto fino in fondo la sua missione, conciliando con naturalezza i molteplici aspetti del suo impegno: dallassistenza assoluta dei propri parrocchiani,dalla culla alla morte; allistituzione di scuole di avviamento,medie e materne.
Scuole che hanno significato crescita culturale, sociale ed anche economica per un paese prettamente agricolo, evitando a tanti giovani in anni lontani limbocco obbligato della via dei campi e linserimento non qualificato nel mondo del lavoro. Nei tempi difficili e poveri del secondo dopoguerra aveva tenuto gratuitamente lezioni private, formando tanti giovani divenuti, poi, professionisti affermati; aveva attivato cantieri di lavoro che in quei lontani anni costituirono per molti lunica risorsa per gestire lesistente.
Proprio questa apertura alla società lo aveva spronato a costruire, con i suoi risparmi, una chiesa, poi demolita, in quello stesso spazio dove oggi dovrebbero sorgere i contestati edifici.
Nella seconda metà degli anni 90 lAmministrazione comunale del tempo recuperò il sito con un progetto di arredo urbano e, successivamente, lo intitolò a don Samuele De Bellis, tributando così un doveroso omaggio a chi aveva voluto pensare a qualcosa di bello per la comunità, pur frenato ed ostacolato dai poteri locali
. e non solo quelli!
Sono queste le esigenze morali di cui parliamo e che riteniamo non soddisfatte da un intervento edilizio che farebbe morire un luogo vivo - aperto e non al chiuso - stravolgendolo, probabilmente, per la sola necessità di dover impiegare dei finanziamenti pubblici, utilizzati non per la valorizzazione del centro storico ma per la demolizione di quanto realizzato da altri.
Se la finalità di unopera pubblica è quella di adeguarsi al variare degli interessi della comunità nel tempo, noi riteniamo che questo intervento non rispetti né luso pubblico dello spazio né la memoria di chi non cè più, a cui invece, a distanza di anni, va ancora il grato e commosso ricordo dei più".
I nipoti di don Samuele De Bellis