Cronaca

Capaccio: cane da una settimana stretto da un "cappio" per cinghiali

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Gli animalisti provano a salvarlo

Da una settimana con un laccio metallico attorno al cinto pelvico. Un filo, del tipo di quelli utilizzati per il freno delle biciclette. I bracconieri li piazzano lungo i camminamenti della fauna selvatica. Cinghiali o altri ungulati, che rimangono bloccati nel cappio che inizia a stringere sulle zampe, fino ad amputare. Oppure al collo o nell’addome. Il povero cane di Capaccio è in questo stato ormai da più giorni secondo la denuncia dell'agenzia GeaPress che riferisce che il cappio metallico è stato forse spezzato dallo stesso bracconiere una volta accortosi di avere sbagliato preda. Stringe attorno al pene del povero animale che però, di farsi prendere, non ne vuole sapere. Fino a stamani (ieri ndr) i volontari del luogo, dietro consiglio di più Veterinari, hanno provato ad avvicinarlo. Questo dopo che erano riusuciti a somministrare dei tranquillanti con del cibo. Il cane, però, sembra accorgersi all’ultimo minuto di quanto sta accadendo attorno a lui. Ringhia proprio quando i volontari riescono ad essere molto vicini. Poi uno scatto ed è lontano quanto basta per non farsi prendere.  Hanno provato ad avvicinarlo alcuni animalisti arrivati da Salerno. Avevano portato una gabbia, ma anche questa si è rivelata inefficace. Dovrà ora intervenire un altro Veterinario. Forse con una cerbottana ed il dardo soporifero.  Il gruppo di animalisti locali, che avrebbe già trovato per lui una sistemazione, vive nel terrore che possa essere chiamato un canile convenzionato. Diffidano che si possa riuscire a prenderlo. “Solo nuovo stress – dicono convinti a GeaPress – oltre al fatto che il povero animale, dopo tutto quello che sta passando, finirà in una gabbia“.

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