Cronaca

Campania, Il Mattino lancia l'allarme: a rischio fondi per cassaintegrazione

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Cassa integrazione in deroga: il governo dovrebbe stanziare oggi tra i 700 e gli ottocento milioni, mentre i sindacati sostengono che serve almeno un miliardo e mezzo. E in Campania cresce l’allarme: in serata a palazzo Santa Lucia si diffonde la notizia che la Regione sarebbe esclusa dal riparto nazionale per i fondi della cassa integrazione in deroga, ma l’assessore al lavoro Severino Nappi si rifiuta di credere a un’ipotesi che se si realizzasse a suo parere sarebbe «ingiusta». «Il decreto che verrà presentato oggi al consiglio dei ministri sarà un banco di prova del governo: capiremo l’attenzione che intende riservare al Sud», dice. I 14.600 lavoratori coperti al momento in Campania dalla Cig in deroga resteranno al sicuro fino a dicembre perché la giunta Caldoro ha stanziato duecento milioni nell’ambito del piano di azione coesione, ma la Regione pretende la propria parte dei fondi nazionali che saranno stanziati oggi dal governo.Altrimenti la previdenza degli amministratori potrebbe trasformarsi in una beffa e i campani si troverebbero con duecento milioni in meno in cassa. Un ceffone in pieno viso nel momento in cui si combatte per restare a galla. E infatti i sindacati si sono schierati al fianco dell’assessore nel chiedere al governo di ammettere la Campania al riparto nazionale dal quale dovrebbero arrivare almeno altri cento milioni che servirebbero ad assicurare lo sviluppo delle cosiddette politiche attive, quelle necessarie per riqualificare i dipendenti delle aziende in difficoltà e permetterne il rientro nel mercato del lavoro o nella propria azienda. E non solo: c’è preoccupazione anche per l’annunciata intenzione di rivedere il meccanismo della deroga finora gestito dalle Regioni. Lo strumento adottato attualmente ci permette di tutelare non solo i dipendenti delle grandi imprese, ma anche quelli che non possono accedere agli ammortizzatori nazionali, in genere i lavoratori delle aziende pubbliche e di quelle che hanno meno di 15 dipendenti. In tutto quasi quindicimila persone che, perdendo l’assegno mensile, andrebbe ad ingrossare l’esercito dei disoccupati. Un esercito che alla fine del 2012 contava 370 mila arruolati, 90 mila in più dell’anno precedente. E la situazione non è certo migliorata negli ultimi mesi. Se si cancellasse l’ammortizzatore sociale in Campania ci si troverebbe con quasi 400mila persone che non hanno reddito. Di queste 163 mila hanno nel tempo perso il posto di lavoro, quasi 40 mila tra il 2011 e il 2012, 125 mila non hanno mai lavorato. Cifre terribili sulle quali occorre riflettere con attenzione prima di imboccare vie che si potrebbero rivelare irte di ostacoli: «Sulla cassa integrazione in deroga è necessaria molta attenzione - spiega Nappi - Noi abbiamo avviato già dal 2011 un processo che utilizza la cassa non per assistenza, ma per favorire i processi di reindustrializzazione. Intervenire ora tagliando solo il sostegno al reddito senza accompagnare lo sforzo già avviato significherebbe vanificare sacrifici e sforzi compiuti proprio sul versante della lotta all’assistenzialismo». Nel 2012 sono stati spesi 160 milioni. Secondo le previsioni entro fine d’anno le aziende interessate alla Cgi diventeranno un migliaio (al momento sono 687) e i lavoratori saranno più di ventimila. Cifre più contenute che in molte altre regioni. Ma per quel che riguarda la Cig ordinaria e straordinaria (utilizzata sostanzialmente dalle industrie) il numero di ore chieste dalle imprese campane continua a lievitare in controtendenza con il resto del Paese: nel marzo del 2012 sono state autorizzate 4 milioni di ore. Nello stesso mese del 2013 sono state chieste 800 mila ore in più. Il che vuol dire che altre aziende sono entrate in crisi. E questo è un altro segno che le difficoltà non sono state superate. Ciononostante cresce il numero delle persone che si è messa per la prima volta in cerca di occupazione: nel 2012 il 29 per cento in più dell’anno precedente. E la tendenza sembra confermata anche per il prossimo anno. (Daniela De Crescenzo - Il Mattino)

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