Cronaca

Allarme Sele, il fiume sarebbe avvelenato da percolato


Dall’invaso di Macchia Soprana inquinanti pericolosi

Nei giorni scorsi alcune testate - scrive Franco Ortoliani del portale ecologista Terra - hanno rivelato che dalla discarica di Macchia Soprana nel Comune di Serre, in provincia di Salerno, esce percolato che si disperde nelle acque dell’Oasi del Persano sul fiume Sele. Alcuni anni fa, appena costruita la discarica di Basso dell’Olmo, sulla sponda opposta del Sele nel comune di Campagna, fu testimoniato un evento simile. Nella valutazione d’impatto ambientale elaborata nel 2007 dai consulenti del Commissario all’emergenza rifiuti in Campania Bertolaso per la realizzazione della discarica in località Valle della Masseria nel Comune di Serre sta scritto che le acque del Sele sono tra le più incontaminate e ricche di lontre dell’Italia meridionale e che anche uno sversamento casuale di percolato avrebbe rappresentato una grave minaccia per l’ambiente fluviale. In base a tale affermazione il Tribunale Civile di Salerno impedì la costruzione della discarica successivamente riproposta con il DL 90/08 e definitivamente cancellata con la legge n.1 del gennaio 2011. Si tratta di due discariche realizzate non in sicurezza per l’ambiente fluviale del Sele e soprattutto per la qualità delle acque (circa 250 milioni di metri cubi all’anno) che garantiscono l’irrigazione di tutta la piana del Sele da Salerno ad Agropoli. Già nel 2005 evidenziammo l’assurda imposizione del Commissario di Governo Catenacci, spalleggiato da Bertolaso, che di fatto non impedirono la costruzione in maniera non conforme alle disposizioni tecniche di legge della discarica di Basso dell’Olmo in destra Sele, come ampiamente documentato e sistematicamente non preso in considerazione da chi ha il dovere di impedire in tempo reale i reati ambientali. Telo strappato e blocchi di roccia a spigoli vivi a contatto (sopra e sotto) con il telo impermeabile, tubazioni che facevano defluire il percolato all’esterno della discarica rappresentano alcune delle “irregolarità” della discarica; nei pozzi spia a valle, già pochi mesi dopo l’inizio dell’attività della discarica furono individuati inquinanti preoccupanti. Ora si evidenzia che anche la discarica di Macchia Soprana non è in grado di garantire la sicurezza della qualità delle acque del Sele dalle quali dipende quasi tutta l’economia agricola della Piana. Consapevoli che si sarebbero verificati gravi inconvenienti per l’assetto socio-economico della piana sollecitammo i Consorzi di Bonifica destra e sinistra Sele ad elaborare un progetto per evitare che si inquinassero le acque del Sele. Gli elaborati progettuali furono presentati all’assessore all’Ambiente della Regione Campania che non li prese in considerazione. Nessun’altra istituzione (al di fuori dei Comuni e dei citati consorzi) dimostrò di capire la gravità della situazione. La realizzazione della discarica di Valle Masseria avrebbe rappresentato un’altra sciagura perché sempre a monte dei prelievi delle acque per l’irrigazione della Piana del Sele. Professionisti mercenari, che non mancano mai, si fecero in quattro per assecondare la realizzazione delle due discariche. Prevedendo gravi problemi all’economia agricola della Piana del Sele, abbiamo anche studiato la possibilità di spostare a monte delle discariche i prelievi di circa 250 milioni di metri cubi di acqua per continuare a sostenere l’assetto socio-economico della Piana. Alla luce degli ultimi rilievi, che evidenziano la dispersione di percolato dalla discarica di Macchia Soprana verso il fiume Sele, riproponiamo un intervento, messo a punto alcuni anni fa per la discarica di Basso dell’Olmo, da realizzare immediatamente per garantire che non si inquinino le acque fluviali. Considerando che non si può intervenire alla base del nuovo “giacimento geologico di rifiuti” costituito da circa un milione e mezzo di metri cubi (complessivamente) si può solo controllare che i liquidi inquinanti dispersi in superficie e nella falda non giungano nelle acque fluviali. Si tratta di una trincea drenante da costruire a valle delle due discariche in modo da intercettare le acque superficiali e sotterranee inquinate impedendo loro di riversarsi nel fiume Sele. Le acque contaminate intercettate possono essere accumulate in contenitori impermeabili in attesa di essere trasferite ad un depuratore oppure possono essere trasferite a valle dei prelievi irrigui con idonee condotte dove possono essere adeguatamente trattate. Non mi soffermo in dettagli tecnici; l’importante è che si trovi un responsabile istituzionale che capisca la gravità della situazione e imponga un adeguato e risolutivo intervento. Chi può essere questo responsabile finora “irresponsabile”? Comunque, ci deve essere qualcuno che sia in grado di garantire la conservazione della qualità delle acque di importanza strategica per l’assetto socio-economico della Regione. Se non c’è, o non si “qualifica”, siamo veramente rovinati! Siamo alle solite. Con lo scandalo-emergenza rifiuti ci hanno guadagnato le lobbies, i loro utili servi nazionali e locali a vari livelli, che non hanno risolto il problema; ci hanno perso i cittadini pagando e subendo danni all’ambiente e alle risorse naturali di importanza strategica. Franco Ortolani

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