Cronaca

Agropoli, vicenda Lido Oasi: soddisfatto l'avvocato Palladino

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Si è tenuta oggi, innanzi al G.U.P. dott. Donatella Bove, presso il Tribunale di Vallo della Lucania, l’udienza preliminare relativa la processo che vede il Sindaco Franco Alfieri, ed otto consiglieri comunali della precedente amministrazione, imputati, in concorso, per i fatti del 2008 concernenti la sdemanializzazione del piccolo appezzamento di terreno di via Kennedy. Per tutti l’imputazione è per presunto abuso di ufficio, rinvenuto dalla Procura di Vallo della Lucania nella delibera di Consiglio del 30 novembre 2008 riguardante la sdemanializzazione e alienazione di un appezzamento di terreno, individuato come reliquato stradale, in via Kennedy, a favore di Luigi Di Nardo, titolare del Lido Oasi. 

Gli imputati sono infatti i consiglieri Massimo La Porta (attuale assessore al porto); Giovanni Orrico, Michele Pizza, Ferdinando Farro, Agostino Abate, Emilio Prota (rieletti consiglieri); Luca Errico (attuale presidente del consiglio comunale) e Salvatore Coppola, tutti facenti parte del consiglio comunale durante il primo mandato da sindaco di Franco Alfieri. Le indagini furono avviate nel 2008, a seguito di una denuncia presentata alla Procura vallese da Carlo Scalzone contro la privatizzazione e l’alienazione dell’area dove insistono i manufatti a servizio del Lido Oasi. Opere che avrebbero dovuto essere abbattute perché realizzate su suolo pubblico. Presenti in aula, oltre al Sindaco di Agropoli, vi erano solo il presidente del Consiglio Comunale, Avv. Luca Errico, e il consigliere Ing. Agostino Abate, il quale ha reso dichiarazioni spontanee sui fatti di causa. Hanno poi preso la parola gli avvocati Domenicantonio D’Alessandro e Antonello Scuderi, anche a nome degli altri difensori presenti in aula, esponendo brevemente le posizioni delle difese sui fatti oggetto di imputazione. Hanno così spiegato che nessuna alienazione è stata disposta e, anche dal punto di vista urbanistico, nessuna demolizione doveva essere eseguita. La delibera in cui è stato individuato il presunto abuso, non aveva alcuna finalità di favorire il titolare del Lido Oasi, ma soltanto di sanare, nell’interesse pubblico, una situazione urbanistica rimasta irrisolta e che si trascinava da decenni, con rischio di coinvolgere l’amministrazione in lunghe e dispendiose controversie. La parola è poi passata al P.M., dott. Alfredo Greco, il quale, rilevato e riconosciuto che effettivamente non risultano, agli atti, elementi per poter configurare il reato di abuso, mancando in toto la prova che l’amministrazione comunale avesse voluto favorire il sig. Di Nardo, ha, conseguentemente, chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per il capo di imputazione (sub. B) relativo all’abuso di ufficio imputato agli amministratori comunali coinvolti. Ha poi chiesto invece il rinvio a giudizio per le posizioni di Luigi Di Nardo e di Pietro Paolo Marciano, coimputati nel processo, il primo nella qualità di proprietario-committente, il secondo quale tecnico progettista. L’udienza è aggiornata al 5 giugno per ascoltare la replica delle difese. 

Soddisfazione ha espresso l’Avv. Francesco Palladino, difensore del presidente del consiglio Avv. Luca Errico, il quale ritiene “confacente ai canoni di giustizia sostanziale e processuale le conclusioni a cui è giunto il PM dott. Greco, in quanto dalle indagini svolte dalla Procura emerge chiaramente la totale mancanza dell’elemento soggettivo del reato, non essendo agli atti individuabile né il motivo né la situazione di fatto per cui l’amministrazione avrebbe dovuto favorire il Di Nardo in danno dello Scalzone”. Oltretutto, spiega sempre l’Avv. Palladino, “non esiste nei fatti la prova del presunto danno causato dall’amministrazione comunale, atteso che la vicenda è ultraquarantennale e che quindi, semmai, il consiglio comunale, ha tentato, nel pubblico interesse, di porre fine ad una vertenza che si trascina da anni”. Per tali motivi “si è sufficientemente confidenti che il GUP si determini per il non luogo a procedere per il Sindaco Alfieri e per i consiglieri comunali coinvolti nella vicenda”.

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