Editoriale

Agropoli, un ospedale che DEVE chiudere


L'Ospedale Civile di Agropoli si avvia verso la chiusura, almeno nell'immediato, probabilmente al di là di quelle che saranno le decisioni del Tar. Lo ha fatto capire a più riprese il manager dell'Asl Squillante in conferenza stampa, precisando che anche qualora il tribunale amministrativo dovesse pronunciarsi per la sospensiva del provvedimento, mancherebbero i fondi per rinnovare le convenzioni di alcuni medici che scadranno a fine mese. Di fatto alcuni reparti potrebbero restare inattivi per assenza di personale. Una situazione, questa, che costringerebbe ugualmente l'ospedale a chiudere (seppur non formalmente). Un modo, come lo ha definito Alfieri, "delinquenziale", poiché, come lo stesso primo cittadino agropolese ha evidenziato, "una struttura non necessariamente chiude attraverso decreto ma anche trasferendo mezzi e personale" e la mancanza di fondi risulterebbe una motivazione valida per impedirne il reale funzionamento.

Ma il problema è un altro: perché l'Ospedale Civile di Agropoli DEVE chiudere? Non a causa dei numeri, come ci è stato fatto credere, e neanche per problemi di natura prettamente economica.

Ma partiamo dal primo punto.
Nel corso della conferenza stampa l'avvocato Giovanni Basile, a capo del comitato civico a difesa del nosocomio, ha illustrato i dati del 2012, mentre il manager dell'Asl Squillante s'intestardiva a fornire ai giornalisti salernitani (molti dei quali non addentrati nelle vicende agropolesi) informazioni relative al 2011. Tutto ciò senza comparare le statistiche (tranne un'insolito confronto con la Clinica Privata Malzoni) con quelle di altri presidi. Ebbene proprio da queste considerazioni emerge una prima motivazione affinché l'ospedale resti aperto, ma soprattutto affinché resti aperto il pronto soccorso: tralasciando i dati esposti dal manager Asl (non indicativi) e prendendo in esame quelli in possesso del comitato, appare evidente che i codici rossi sono superiori ad Agropoli rispetto ad ogni altro ospedale del Cilento. Un dato significativo se si tiene conto del personale ridotto e del fatto che la struttura sia stata sempre più depotenziata nel tempo. Pensate che cifre si sarebbero raggiunte se il nosocomio avesse funzionato a pieno regime! Dunque è palese che le cifre non possono rappresentare una valida giustificazione alla chiusura.

Passiamo quindi al secondo possibile motivo alla base della dismissione della struttura: quello economico.
L'ospedale attualmente costringe l'Asl a pagare cifre ingenti per le consulenze, per medici esterni presi da altre strutture e "spostati" ad Agropoli per sopperire all'assenza di personale. Un costo esorbitante, dovuto al bloccodelle assunzioni. Altrettanto elevato è il costo che richiederebbe la creazione di reparti di oncologia, pneumologia, dermatologia e allergologia. Questo il progetto per il futuro del nosocomio illustrato dal direttore sanitario dell'Asl Pagano che ad un certo punto delle conferenza, facendo immaginare al pubblico presente la creazione di poli d'eccellenza gestiti da medici agropolesi, ha abbagliato qualcuno quasi facendo dimenticare che il pronto soccorso stava per chiudere.
I costi del personale esterno e la creazione di quattro reparti d'eccellenza, avrebbero costi minori rispetto a quelli di un pronto soccorso attivo?
Difficile dirlo perché a precisa domanda da parte di Roberto Apicella, del comitato agropolese, i manager dell'azienda sanitaria non hanno risposto, o meglio hanno deviato la domanda.
Anche sui motivi economici, quindi, abbiamo dei dubbi.

Ma ammesso che sia questo il destino dell'ospedale civile di Agropoli, quello di un polo con quattro reparti d'eccellenza, come affrontare l'emergenza? Semplice secondo l'Asl Salerno: con un Psaut. Una postazione con tre ambulanze pronte a stabilizzare il paziente e a smistarlo altrove. Tutto ciò d'inverno, quando morire sembra non sia un problema. D'estate, invece, quando la popolazione aumenta, quando c'è il pericolo che la morte non colpisca solo gente del posto ma anche tantissimi turisti (compresi alcuni politici che sulle nostre coste trascorrono le vacanze) il pronto soccorso viene potenziato. Mettendo insieme i dati e considerando che il dottor Pagano anziché difendere una struttura della sua Asl di competenza l'abbia accusata di essere poco sicura citando dati del Sole 24ore, pare evidente perché l'ospedale è già scritto che chiuda.

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