A distanza di alcuni giorni dalle dichiarazioni di Alfieri in merito alla farmacia comunale, arriva una nuova replica da parte del sindacato SPI-CIGL che attacca duramente il primo cittadino di Agropoli: "È alquanto strano - afferma Umberto Domini che si fa portavoce del sindacato - che il sindaco di un comune, il quale ha tra i suoi beni una farmacia di interesse primario per la vivibilità della comunità, arrivi a denigrarla in modo così rozzo, affermando che tutti i mali di questa amministrazione derivano da una gestione disastrosa della stessa.Eppure fino ad ora il comune non ha dovuto sborsare nemmeno un euro per la farmacia, nonostante sono 6 anni che questa assicura al meglio la funzione di presidio sanitario in una zona periferica. La dotazione di questa non ha niente da invidiare alle altre farmacie private che operano sul territorio agropolese in luoghi senzaltro più strategici. Che il sindaco continui ad affermare che la farmacia sia in perdita non è una cosa corretta, in quanto la valutazione non può essere fatta guardando esclusivamente al profitto, ma va tenuto conto del servizio sociale che essa offre ai cittadini. Perciò - continua la nota - la validità o meno di una farmacia non va misurata col metro del salumiere. Se così fosse si dovrebbero prendere in esame tutte le strutture comunali. Facendo solo un esempio molto fresco, tanto caro al sindaco: che profitto ha dato o darà ai bilanci comunali il castello che è costato alla collettività ben 6 milioni di euro (12 miliardi delle vecchie lire ! ) con un mutuo trentennale? Perché invece di denigrare continuamente la sua farmacia, il comune non applica quella previsione del protocollo dintesa col Consorzio Farmaceutico Intercomunale (CFI) che prevede la consegna domiciliare dei farmaci e dei parafarmaci agli utenti che hanno problemi di mobilità? Come si pensa di poter ricavare da questa struttura i famosi 2 milioni di euro che dice Alfieri, se continua a denigrarla e svalutarla in questa maniera? Forse tutta questa attività dellamministrazione intorno alla farmacia potrebbe nascondere mire imprenditoriali di affaristi del posto che vorrebbero appropriarsene?"