Agropoli. La questione amianto al castello ha destato scalpore ma, prima che scalfire l'amministrazione Alfieri, ha evidenziato ancora di più la frattura esistente nell'opposizione extra consiliare (Camelot e M5s). Ad alzare la voce è ancora una volta Giovanni Basile, presidente dell'Associazione Camelot, che dopo aver lanciato il sasso nello stagno segnalando il problema eternit, non ha esitato ad attaccare sindaco, assessori e Cittadini 5 stelle, rievocando la "parabola delle tre scimmiette".
Critiche sono rivolte al primo cittadino, reo di aver minimizzato il problema senza comprendere le reali preoccupazioni dell'associazione Camelot; all'assessore Massimo La Porta, che ha respinto qualsiasi responsabilità e anche all'esponente del Movimento 5 Stelle, Consolato Caccamo, neo candidato al consiglio regionale, che ha ammesso di sapere della presenza dell'ambianto ma è accusato di non averla resa pubblica.
Seccata la replica di Caccamo che ha confermato di essere a conoscenza della vicenda e di averla segnalata ma di non aver voluto renderla pubblica per un "evidente conflitto d'interesse con il lavoro che svolgo" (ingegnere ambientale n.d.r.). Per il candidato alle regionali del Movimento 5 Stelle, quindi, Camelot "ha scoperto l'acqua calda" e addirittura in città ci sarebbero situazioni peggiori come la piazza: rifatta con fondi destinai alla rimozione delle tubature dell'acqua in amianto ma non tutte sono state sostituite.